Le comiche, recensione

Il film si apre con i due protagonisti, Paolo (Paolo Villaggio) e Renato (Renato Pozzetto) che per evitare di essere investiti da un treno, fuoriescono dallo schermo di un’affollata sala cinematografica tra lo sbigottimento generale ed iniziano la loro avventura nel mondo reale pronti ad ordire, con una certosina e inconscia premeditazione una serie di spassosi disastri. Si comincia da una chiesa da ristrutturare in cui una stramba coppia di futuri sposi diventerà vittima dell’inettitudine dei due improvvisati manutentori, con un finale in stile torte-in-faccia che vedrà coinvolto un organo e tanta vernice. A questo catastrofico esordio seguiranno una serie di impieghi che includeranno nell’ordine: benzinai in una stazione di servizio, rappresentanti porta-a-porta e impiegati di un’agenzia di pompe funebri. Tra un lavoro e l’altro i due avranno anche il tempo di seminare il panico su una spiaggia e finire nelle mani di un clan mafioso, per tornare in un’affollatissimo gran finale a vedersela con il treno del prologo.

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Ricky & Barabba, recensione

L’imprenditore Ricky Morandi (Renato Pozzetto) è sull’orlo del suicidio a causa di una imminente bancarotta, proprio durante il tentativo di togliersi la vita viene salvato in extremis e involontariamente da Barabba (Christian De Sica), un barbone che si trova a passare di li per puro caso.

Schivata la tragedia certo per Ricky i problemi non sono finiti, scopriamo infatti che non solo l’annoiata consorte di Ricky è la diretta responsabile di tutti i guai finanziari del marito, ma che la fedifraga lo ha piantato per fuggire proprio con il peggior nemico e concorrente di Ricky, l’avido industriale Bonetti.

Così mentre il miliardario in disgrazia tenterà invano di liberarsi del maleodorante angelo custode, quest’ultimo tampinerà da molto vicino l’inattesa gallina dalle uova d’oro.

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Le comiche 2, recensione

Tornano Paolo e Renato (Paolo Villaggio e Renato Pozzetto), la coppia di simpatici pasticcioni prosegue le sue tragicomiche avventure a base di improbabili professioni, di volta in volta abbandonate dopo aver causato esilaranti cataclismi con più di qualche vittima.

In questa nuova pellicola la coppia di disturbatori/devastatori vestirà nell’ordine i panni di  pericolosissimi infermieri con tanto di ambulanza che invece di un motociclista vittima di un incidente caricheranno un ignaro e sanissimo avvocato che finirà in sala operatoria, due metronotte intenti a sventare un’intrusione notturna in un grande magazzino, due proprietari di una sgangheratissima linea aerea che trasformeranno il volo di un gruppo di ignari passeggeri in un vero incubo ad alta quota.

La serie di scenette si chiuderà con due reclute della Legione straniera che dopo un esilarante addestramento verranno scelti per una missione suicida in pieno deserto e infine epilogo natalizio con coppia di babbi natale assoldati per la gioia di un agiato ragazzino, la trasferta nella casa del bimbo, nipote di un pezzo grosso della magistratura, figlierà la consueta e spassosa ecatombe comica.

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Venezia 2010, Massimo Boldi deluso diserta la Mostra

Polemiche anche sulla retrospettiva dedicata quest’anno dalla Mostra del Cinema di Venezia alla commedia italiana anni’80, iniziativa nata con l’intento di ridare dignità ad un filone da sempre snobbato dalla critica ufficiale, ma che ha portato in sala milioni di spettatori e creato schiere di cultori.

L’ultima nota polemica e del reuccio dei cinepanettoni Massimo Boldi, che ha voluto far notare ai selezionatori della Mostra alcune imperdonabili dimenticanze tra cui il suo film Fratelli d’italia che vanta numerosi record tra incassi al botteghino e passaggi televisivi e altri film che secondo Boldi avrebbero meritato di essere inseriti nella retrospettiva e a cui l’attore ha dato un contributo rilevante, tra questi il campione d’incassi con la coppia Montesano/Verdone I due carabinieri.

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Le nuove comiche, recensione

Le nuove comiche

1990, il regista Neri Parenti grande amante del cinema muto americano e delle sue tipiche gag fisiche di cui infarcisce i suoi film, omaggiando di volta in volta Buster Keaton piuttosto che Charlie Chaplin, dopo aver inserito per anni massicce dosi di queste dinamiche con un surplus sia nello spassoso Ho vinto la lotteria di Capodanno che nel dittico Scuola di ladri, decide di fare il grande salto e riportare in toto sullo schermo, con un’operazione non priva di rischi, la formula comica originale puntando su una coppia di attori protagonisti assoluti con gag a profusione e scenette legate da un filo di trama, insomma il classico repertorio che ha fatto la fortuna di grandi coppie come Stan Laurel e Oliver Hardy alias Stanlio & Ollio.

Parenti conosce il genere e da buon veterano ne attualizza le dinamiche quel tanto che basta per renderle fruibili al pubblico odierno e scegli due personaggi ad hoc senza puntare sulle diversa connotazione fisica, anzi cercando una compatibilià proprio nella fisicità e riconoscibilità. La scelta cade su Paolo Vilaggio che con il suo Fantozzi ha fatto di ingombrante fisicità spassosa virtù e di quel cinema che ha ispirato Parenti un segno distintivo della sua filmografia, e Renato Pozzetto che se pur lontano dalla comicità del collega Villaggio e puntando sul grande schermo a personaggi dalla vis comica più surreale che fisica, ripesca il suo repertorio degli esordi da cabaret televisivo con l’amico e collega Cochi Ponzoni per diventare ottimo complemento al fantozziano partner.

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Infelici e contenti, recensione

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iIl bancario Aldo (Renato Pozzetto) è vittima di un incidente che ne cambia radicalmente la vita, da ex-sportivo si ritrova costretto su una sedia a rotelle, situazione che in fondo  non riesce ancora ad accettare, visto anche anche che la bella moglie Alessandra (Marina Suma) si sacrifica per lui rinuciando a tutto, vacanze e svago compresi.

Convinta dallo stesso Aldo a passare il Ferragosto in una località balneare, la premurosa Alessandra decide di affidare il marito alle cure di una casa di cura per disabili, ma una volta giunti a destinazione la camera prenotata risulta essere ancora occupata da Vittorio (Ezio greggio),  non vedente alquanto  vivace.

Vista la situazione Aldo consente di dividere la camera con Vittorio per una notte, visto che all’indomani l’uomo dovrebbe lasciare la casa di cura, ma quest’ultimo d’indole truffaldina e abituato a derubare gli altri ospiti, coinvolge l’ingenuo Aldo in un’avventura che li vedrà evadere dalla clinica per un viaggio alla volta di Sanremo in cerca di fortuna.

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Oggi sposi, recensione

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Quattro coppie pronte al grande passo, abito nuziale, dubbi, confetti e l’incubo e le ansie di una spesa davvero imponente, per quello che almeno sulla carta dovrebbe rappresentare un giorno memorabile.

Cosi assistiamo alla romantica dichiarazione del poliziotto pugliese Nicola (Luca Argentero) ex – sciupafemmine che ha deciso di dare un taglio al passato sposando la bellissima fidanzata  figlia di un ambasciatore indiano. Il ragazzo si renderà conto solo a cose fatte del problema maggiore, la reazione del suo sanguigno padre, contadino miltante alle prese con una cerimonia indù.

Invece è geniale l’idea della coppia di precari con bebè in arrivo, formata da Salvatore (Dario bandiera) e Chiara (Isabella Ragonese), praticamente costretti a convolare a nozze per la gravidanza di lei, con battaglione di parenti siculi in arrivo e niente soldi con cui affronatre un pranzo di immani proporzioni.

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Enrico Oldoini, un regista da cinepanettone

Il suo nome è legato a moltissime pellicole che, a parte quelle più recenti, hanno allietato le persone della mia età attraverso le riproposizioni televisive. Enrico Oldoini è regista e seneggiatore originario di Porto Venere.

Dopo aver frequentato l’Università a Roma, città nella quale si è trasferito all’età di vent’anni, si iscrive all’Accademia di Arte Drammatica; qui si dedica inizialmente allo studio della recitazione, ma ben presto comprende la sua vera vocazione.

Chissà da quanto tempo già studiava, osservandole, le persone, cercando il modo più efficace per raccontarcele e allo stesso tempo estremizzarne i tratti salienti e farci fare grasse risate. Il lavoro arriva presto, come sceneggiatore e soggettista: scrive infatti per Alberto Lattuada Così come sei (1978) con Marcello Mastroianni e Nastassja Kinski.

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Carlo e Enrico Vanzina: fratelli del buonumore all’italiana

Fratelli di nascita, colleghi per professione. Sono Enrico e Carlo Vanzina, soprannominati i “fratelli della commedia italiana”, figli di Stefano, noto al grande pubblico come Steno, regista impegnato in prima linea negli anni d’oro della commedia all’italiana. Enrico e Carlo possiedono grazie al padre, una involontaria memoria storica che gli permette di ricordare il grande cinema in maniera privilegiata. Per i due, riportare a galla i ricordi del passato, non è solo un piacere ma addirittura un obbligo.

Andiamo a conoscere da vicino chi sono realmente i fratelli Vanzina, partendo dal primogenito di Steno, Enrico, nato a Roma il 26 marzo 1949, ottiene il “Baccalauréat” Francese al Liceo Chateaubriand di Roma nel 1966. Si laurea in Scienze politiche a Roma nel 1970, e nel 1971 ottiene una laurea in Sociologia alla Cattolica di Roma.

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