Il rapporto Pelican, recensione

Un sicario fredda due giudici della Corte suprema degli Stati Uniti, il primo con un colpo di pistola il secondo a mani nude, così mentre la nazione apprende la notizia dei clamorosi decessi dai telegiornali, l’FBI brancola nel buio.

Nel frattempo Darby Shaw (Julia Roberts), una studentessa in legge della Tulane University, teorizza in un suo scritto le motivazioni che avrebbero portato all’omicidio dei due giudici e alcune connessioni che si riveleranno purtroppo per lei sin troppo attinenti con la realtà.

Darby mostrerà il suo lavoro all’amante, nonchè docente Thomas Callahan (Sam Shepard) che trovandolo interessante lo invierà all’FBI, così l’incartamento noto come Il rapporto Pelican finirà negli uffici del bureau, sulla scrivania di un amico del professore.

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Festival di Roma 2009 terzo giorno, Dopo Richard Gere oggi Tra le nuvole con Clooney

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Terza giornata per il Festival del Cinema di Roma, ieri riflettori e flash puntati su Richard Gere, l’attore ha presentato al festival il film Hachiko: a dog’s story, adattamento di un commovente romanzo giapponese:

E’ una storia molto semplice, ma con una potenza interiore davvero straordinaria. Ho letto due volte il racconto, e mi sono commosso in entrambe le occasioni. Credo che in questo film vi sia qualcosa di fortemente simbolico.

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Nothing but the truth: esce nelle sale americane il thriller politico con Kate Beckinsale

Dai tempi della fonte più famosa della storia del giornalismo, quel Gola profonda che collaborò all’esplosione dello scandalo Watergate, deontologia vuole, che ogni giornalista, anche a costo di beccarsi salate pene pecuniarie o peggio, finire dietro le sbarre, debba proteggere le proprie fonti, e in Nothing but the truth si vedono le conseguenze di questa coraggiosa linea di condotta.

Rachel Armstrong, giornalista politica, vive e lavora nella città di Washington, in seguito ad un suo articolo, un agente della CIA sotto copertura viene inquisito. Quando gli viene chiesto di rivelare il nome della sua fonte, Rachel rifiuta, innescando un meccanismo ben noto al mondo del giornalismo, scegliere tra il proprio credo lavorativo e professionale e un sistema giudiziario che punisce e si scontra con regole che da anni vengono applicate dai giornalisti a prescindere dalle leggi applicate nei tribunali americani.

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