I bruttissimi, Nove settimane e mezzo-La conclusione

Oggi per la rubrica I bruttissimi ospitiamo Nove settimane e mezzo-La conclusione, operazione all’insegna del commerciale, che miscela la categoria da brividi A volte ritornano con quella dei furbetti dell’home-video che pur di piazzare qualche copia in più si inventano improbabili sequel, sottotitoli raccapriccianti ed evanescenti connessioni filmiche.

Nove settimane e mezzo-La conclusione aka Another 9½ Weeks aka Love in Paris è un direct-to-video uscito nel 1997 ad undici anni dal Nove settimane e mezzo di Adrian Lyne (Flashdance), pellicola quest’ultima che all’epoca lanciò la coppia ad alto tasso erotico Mickey Rourke/Kim Basinger in un patinatissimo e pruriginoso drama-romance e che si guadagnò tre nomination ai Razzie: peggior attrice, peggior canzone originale e peggior sceneggiatura.

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10 film rompicapo

Ieri è uscito nelle sale italiane l’atteso film-evento Inception, il regista Chris Nolan presenta un’ambiziosa incursione nel mondo dei sogni, interi mondi partoriti dal subconscio che diventano materia malleabile da menti allenate e anche se il film vista la complessità delle  tematiche trattate e dalla profondità dei concetti messi in campo non è immune da difetti e mancati intenti, possiede indubbiamente tutto il fascino dell’opera visionaria di un’arte, quella cinematografica capace di materializzare stupefacenti e sempre più immersivi universi paralleli a misura di spettatore.

Così visto il complesso rompicapo di immagini, visioni e suggestioni subliminali che hanno dato corpo e anima al blockbuster di Nolan, abbiamo pensato di dedicare una classifica ad hoc che raccolga dieci pellicole che utilizzino nel loro percorso narrativo un immaginifico e labirintico percorso in cui lo spettatore si possa piacevolmente perdere, con l’assoluta certezza di guadagnare col sopraggiungere dei titoli di coda una comoda via di fuga che lo riporti alla realtà con qualche frammento di emozione in più da poter condividere e su cui riflettere.

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B-cult, Allucinazione perversa

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Oggi un B-cult anni ’90 per l’angolo dedicato al cinema di genere, per l’0ccasione abbiamo rispolverato Allucinazione perversa (Jacob’s ladder), una suggestiva pellicola che apre gli anni’90 piazzandosi tra i migliori e più inquietanti thriller a tinte horror mai realizzati.

A sfornare questo disturbante e ansiogeno gioiellino il regista Adrian Lyne, all’attivo l’ottimo thriller Attrazione fatale e un paio di blockbuster anni ’80 come 9 settimane e 1/2 e Flashdance. Lyne recluta Tim Robbins e lo trasforma nel paranoico Jacob Singer, un reduce della guerra del Vietnam afflitto da terrificanti allucinazioni che sembra siano frutto di esperimenti segreti del governo effettuati sulle truppe americane.

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Unfaithful-L’amore infedele recensione

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Connie (Diane Lane) ed Edward (Richard Gere) sono una bella ed agiata coppia newyorkese, il loro matriimoino all’apparenza solido, si incrina quando nella vita di lei si insinua Paul Martel (Olivier Martinez), un fascinoso libraio che la tenterà con sesso sfrenato, arte e poesia.

Ben presto Edward comincerà d intuire qualcosa, le continue e sospette incursioni della mogliettina in quel di Manhattan, una certa distanza della bella consorte nei rapporti quotidiani, il sospetto aumenta quando durante una lite, un collega di Edward insinua che la moglie abbia un amante, così onde fugare qualsiasi dubbio l’uomo affida ad un detective privato il compito di pedinare la sospetta fedigrafa.

Nel frattempo Connie scoperto di non essere l’unica donna nella vita del fascinoso libraio, ma bensì una delle tante, decide di chiudere la relazione, proprio mentre Edward accertata l’infedeltà della moglie, deluso ed arrabbiato, si recherà nell’appartamento del playboy francese per confrontarsi con il rivale…

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Honey, recensione

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Honey Daniels (Jessica Alba)  è una bella ragazza, molto dolce e con un innato istinto per la danza hip-hop, questo sua passione la porta a cimentarsi nel ruolo di coreografa e la sua avvenenza fa il resto. Così durante un sua  performance sulla pista da ballo di un locale dove la ragazza lavora, la talentuosa ragazza viene notata da un famoso regista di videoclip musicali, è la grande occasione che Honey aspettava e che decide di cogliere.

Questo suo nuovo impegno le ruberà del tempo prezioso, come quello dedicato ad un doposcuola in cui insegna hip-hop a dei ragazzini con l’intento di tenerli lontani dalle tentazioni della strada, e minerà inevitabilmente anche la sua vita sentimentale.

Come se non bastasse una volta in corsa Honey proverà sulla sua pelle il duro mondo dell’hip-hop visto dal di dentro, con le sue gelosie, i dissidi, l’ambizione sfrenata e i tanti, forse troppi, compromessi.

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Recensione : Allucinazione Perversa

Definirlo un film drammatico è veramente riduttivo. Trattasi di un film che va molto al di là del semplice dramma, e il tutto è sminuito a partire dal titolo italiano: Allucinazione Perversa.

Questo suona infatti come un qualcosa che sta a metà tra il giallo vecchio stile e il softcore. Siamo completamente fuori strada. Il titolo originale è Jacob’s Ladder, e ci troviamo di fronte a un’ulteriore manifestazione dell’immotivato scempio traduttorio perpetrato da noi contro il cinema internazionale.

Ma andiamo con ordine. Il film è del 1990, diretto da Adrian Lyne e interpretato da un giovane Tim Robbins. La storia allucinante che vi sto per raccontare era stata scritta da Bruce Joel Rubin già nei primi anni 70, ma solo dopo l’apporto di Lyne l’autore riuscì a vederla trasformata in un film.

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