Space Dogs 3D, recensione

Unione Sovietica 1961, un misterioso personaggio trasporta via aerea un piccolo cucciolo da Mosca alla Casa Bianca come omaggio di Krusciov alla figlia dell’allora Presidente degli Stati Uniti Kennedy, il cucciolo di nome Pushok una volta preso confidenza con la sua nuova casa riunisce intorno a se gli altri animali domestici che abitano la residenza presidenziale e racconta loro la storia di sua madre Strelka stella circense e della sua amica la randagia Belka.

Le due cagnoline si incontrano per caso tra le vie di Mosca quando Strelka durante un numero viene letteralmente sparata da un cannone nella zona dove Belka e l’amico ratto Venya vivono di espedienti, schivando quotidianamente le attenzioni  di  un branco di cagnacci di malaffare e dello zelante accalappiacani di zona pronto a sbatterli in gabbia.

Strelka e Belka non si piaceranno da subito, anzi tra di loro nascerà una certa antipatia, almeno fino a che Belka e l’amico ratto non finiranno nelle grinfie del succitato accalappiacani e Strelka cercando di liberarli avrà la medesima sorte. Quello che il terzetto non immagina è che il destino ha riservato loro qualcosa di molto speciale, infatti tutti e tre verranno reclutati nientemeno che per un progetto spaziale che li farà entrare nella storia.

Space Dogs, primo lungometraggio d’animazione in 3D di produzione russa, vuole omaggiare le due cagnoline russe mandate nello spazio il 19 agosto 1960 insieme ad un equipaggio formato da un coniglio grigio, 42 topi, 2 ratti, alcune mosche e un numero imprecisato di piante e funghi tutti sopravvissuti alla missione,  diventando così le prime creature viventi della storia a raggiungere l’orbita terrestre e a sopravvivere al rientro.

ll film si pone qualitativamente al livello di altre recenti produzioni europee, vedi il delizioso Le avventure di Sammy, anche se il lungometraggio belga mostrava più cura nella caratterizzazione dei personaggi ponendosi così una spanna sopra alla pellicola russa, ma bisogna ammettere che se la prima parte stenta notevolmente puntando tutto su azione e gag dinamiche intente a sfruttare un 3D funzionale con personaggi di contorno che ammiccano senza mezzi termini al pubblico dei più piccini, nella seconda parte con l’addestramento alla Apollo 13 e la missione spaziale il film guadagna diversi punti e diventa piuttosto godibile anche per un pubblico più adulto.

Space Dogs 3D non può certo competere con le corazzate d’oltreoceano, ma vista la tematica piuttosto originale riesce in più di un’occasione a conciliare i bisogni dei più piccini ad un minimo sindacale di trama ed interazione per gli spettatori più adulti, fermo restando che se non avete figli o nipoti con cui condividerne la visione l’appeal da sala perde numerosi punti.

Note di produzione: in realtà il nome del cucciolo che venne regalato ai Kennedy era Pushinka, mentre Pushok è il nome del cane con cui la vera Strelka ebbe sei cuccioli e che pur partecipando a numerosi missioni sulla Terra non vennero mai inviati nello spazio. Pushinka in seguito ebbe quattro cuccioli da un cane di nome Charlie che vennero donati dai Kennedy ad alcuni amici di famiglia.