Sorvegliato speciale, recensione

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Frank Leone (Sylvester Stallone) deve scontare gli ultimi giorni di carcere prima di poter tornare definitivamente libero, così dopo aver salutato la sua ragazza durante un permesso torna in carcere fiducioso pensando ad una vita normale, al matrimonio e al lavoro di meccanico che l’aspetta fuori.

Leone è un detenuto modello, ma questo non basterà perchè nel mezzo della notte verrà prelevato dalla sua cella e trasferito in un penitenziario di massima sicurezza, un vero inferno se paragonato al carcere in cui era detenuto. Leone scoprirà che ad organizzare il trasferimento è una sua vecchia conoscenza, il direttore Warden Drumgoole (Donald Sutherland).

Lo zelante e vendicativo Drumgoole ha deciso di sfruttare gli ultimi giorni di carcere di Leone per punire il detenuto che qualche anno prima è riuscito ad evadere dal suo carcere per un ultimo saluto ad un vecchio amico in fin di vita.

Drumgoole avverte Leone che i suoi ultimi giorni da detenuto saranno un vero inferno e manterrà la promessa utilizzando ogni mezzo per provocare Leone affinchè la sua pena venga prolungata, arrivando a violare al legge, commettendo abusi e commissionando prima l’omicidio di un giovane detenuto arrivando infine a minacciare l’incolumità della ragazza di Leone, goccia che farà traboccare il vaso.

Sylvester Stallone dopo il terzo capitolo della trilogia dedicata al letale reduce John J. Rambo e il duetto con Kurt Russell nel divertente Tango & Cash si affida al veterano John Flynn (1932-2007) per cimentarsi nel prison-movie, filone particolarmente prolifico che riesce a miscelare conn efficacia diversi generi che vanno dal thriller (Fuga da Alcatraz) alla fantascienza (2013-La fortezza) senza disdegnare l’elemento sovrannaturale (Il miglio verde) ne tantomeno il cinema d’autore (Il profeta).

Sorvegliato speciale è un solido film di genere, che oltre a fruire del carisma di uno Stallone in questa particolare occasione più efficace del consueto e dell’apporto di un luciferino Donald Sutherland, ha dalla sua l’esperienza di un regista che conosce a fondo i meccanismi del cinema di genere basta pensare al suo Rolling Thunder con Tommy Lee Jones uno dei capostipiti del filone dei revenge-movies, ma anche a lavori più recenti che spesso vengono nobilitati proprio dalla regia muscolare di questo artigiano del grande schermo, vedi Giustizia a tutti i costi con Steven Seagal o il fanta-horror Brainscan-Il gioco della morte con Edward Furlong.

Note di produzione: Colonna sonora affidata al premio Oscar Bill Conti che ha musicato tutta la saga di Rocky e la trilogia di Karate Kid. Il brano che accompagna i titoli di coda Ever since the world began (video in coda al post) è affidato a Jimi Jamison dei Survivor, collaboratore di vecchia data di Conti, tra le hit della band americana Eye of the Tiger (Rocky 3), Burning Heart (Rocky 4) e The Moment of Truth (Karate Kid-Per vincere domani).