Senna, recensione in anteprima

Ayrton Senna un nome che per chi è appassionato di Formula 1 riecheggia potente ed inciso a fuoco nella memoria, purtroppo non solo per  i tre campionati del mondo conquistati su pista in qualsiasi condizione atmosferica grazie alla sua completezza di pilota, ma anche per quel tragico incidente che nel maggio del ’94 ne stroncò vita e carriera sportiva.

Dal folgorante esordio sulla pista del Gran premio di Monaco nel 1984 che anche senza una vittoria piena ne mise in luce le ardimentose capacità su tracciati bagnati, alla serie di podi mancati, scontri all’ultimo giro e il conflitto con un sistema sportivo altamente politicizzato e alle cui regole economiche Senna si dimostrò piuttosto insofferente.

La rivalità con il compagno di scuderia Alain Prost, la sfida  che ogni pilota affronta nella propria cabina con se stesso, il proprio corpo e l’avversario che gli si pone di fronte, la morte sempre in agguato e pronta a ricordare la fallibilità di tanta tecnologia e talento, il divenire per Senna un’icona sportiva per tutti i connazionali che dal natio Brasile trovavano in lui un simbolo di rivalsa e riscatto su un quotidiano fatto di stenti e povertà.

Questo e molto altro ancora racconta il regista anglo-indiano Asif Kapadia nel suo Senna miscelando con dovizia materiale di repertorio e puntando su una confezione tradizionale che pur lasciando trapelare senza remore una grande ammirazione per questo moderno gladiatore delle quattro ruote che in un decennio seppe conquistare dentro e fuori dalla pista il rispetto e l’ammirazione di milioni di sportivi, decide di porsi al di sopra delle parti puntando su elementi come montaggio, filmati di repertorio e voci fuori campo per raccontare una carriera sportiva dagli indiscutibili elementi epici, che senza fatica si amalgamano al realismo tout-court che il formato scelto impone.

Gli appassionati di corse automobilistiche su grande schermo in questi anni non hanno avuto spesso un degno contraltare su grande schermo, a parte titoli come l’americano Driven e il francese Adrenalina Blu che hanno esplorato  il mondo delle competizioni automobilistiche in una versione alquanto fumettosa, senza contare le divertenti spacconate di serie di Fast and Furious, quindi è davvero difficile se non impossibile trovare una pellicola che resti ancorata ad un realismo che vive di miti sin troppo tangibili e forse è proprio in questa anomala biografia sportiva, che esplora con i crismi del realismo il lato leggendario di un’indiscussa icona sportiva, che molti spettatori/sportivi troveranno finalmente un’adeguata chiave di lettura.

Nelle sale dall’11 febbraio 2011