Rodrigo Garcia: Quello che le donne non dicono

Rodrigo Garcia, regista colombiano nasce a Bogotà il 24 Agosto 1959, figlio del celebre scrittore Gabriel Garcia Marquez, è uno di quei registi che conosce a fondo il mezzo tecnico oltre a quello artistico, la sua peculiarità registica ha l’anima del racconto corale, e una sensibilià che gli permette da uomo di raccontare le donne, senza stereotiparle, ma cogliendone con l’obiettivo l’anima più intima e le emozioni ben nascoste sotto la superficie, svelandone vizi e virtù, ma sempre con quel tocco elegante e fortemente caratterizzante.

Garcia si fa le ossa sul campo, i suoi esordi dietro la macchina da presa sono come operatore in film come il melo’ romantico II profumo del mosto selvatico, e la commedia Piume di struzzo, una palestra di un certo spessore, dove il regista esplora e approfondisce alcune tecniche di ripresa di cineasti  stilisticamente molto diversi tra loro come Alfonso Arau e Mike Nichols.

Il suo debutto come regista avviene con il lungometraggio Le cose che so di lei (2000), film corale che già dimostra il suo appeal visivo e la coinvolgente capacità di ritrarre l’animo femminile in cinque episodi dall’indiscutibile verve, che gli fanno guadagnare consensi al Festival di Cannes ed il premio della criica nella sezione Un Certain Regard.

La sua notevole tecnica e la sua esperienza sul campo, lo ricordiamo direttore della fotografia nel film Four rooms prodotto dal dinamico duo Tarantino\Rodriguez, è molto richiesta anche in ambito televisivo, con l’avvento delle nuove serie tv, provocatorie e visivamente molto cinematografiche, Garcia dirige alcuni episodi de I soprano, Carnivale e Six feet under.

Il suo successivo progetto, 9 vite da donna (2005) riporta Garcia nel suo universo preferito, quello femminile, 9 episodi, 9 protagoniste, un girato dall’aria sperimentale e indipendente, il cast, composto da grandi attrici come Glenn close e  Robin Wright Penn, accetta come compenso un utile sugli eventuali incassi e una cifra simbolica di soli 100$, ogni episodio del film è girato in un unico piano-sequenza della durata di 10-15 minuti, un film coraggioso che si guadagnerà una nomination alla regia e una alla sceneggiatura all’Independent Spirit Awards e vincerà il Pardo d’oro al Festival internazionale di Locarno.

Due progetti in ballo nel 2008 il film in arrivo a dicembre nelle nostre sale, Passengers: mistero ad alta quota, dove Garcia si cimenta con il thriller, terreno sconosciuto ed insidioso per un regista come lui abituato ad altre tematiche e il nuovo progetto mother and child, copione più consono e nelle corde del regista, film che vedrà la luce alla fine del 2009.