Recensione: Peter Pan

Wendy Darling (Rachel Hurd-Wood) è una piccola donna che sta crescendo, non vorrebbe, perchè il suo mondo fatto di pirati, fate e avventure mozzafiato le sta lentamente sfuggendo di mano, la sua famiglia la sta instradando verso l’età adulta, ricordandogli quotidianamente che ormai è troppo grande per perder tempo a fantasticare, come resistere alla spinta del mondo esterno che inesorabilmente le sta divorando l’infanzia?

Solo una persona può salvare la fantasia e la fanciullezza di Wendy, Peter Pan (Jeremy Sumpter), il ragazzo che sa volare e che una notte, ha accidentalmente perso la propria ombra nella stanza di Wendy, mentre di nascosto ascoltava una delle sue meravigliose avventure, Peter Pan è un bambino che non vuole assolutamente crescere, ha il suo mondo, la sua isola che come uno scrigno conserva, al sicuro, la propria infanzia, lontano dagli adulti e dal loro mondo, e forse lui è la soluzione alle paure di Wendy.

La ragazza decide di andare con Peter Pan, portando con sè i suoi due fratellini, così inizia l’avventuroso viaggio per L’isola che non c’è, dove tra fate , pirati, indiani e il cattivissimo Capitan Uncino (Jason Isaacs) Wendy vivrà una fantastica avventura e si scoprirà innamorata di Peter pan, che purtroppo non conosce l’amore perchè pericoloso, perchè sentimento adulto.

Wendy accortasi dell’impossibilità di essere ricambiata da quell’eterno bambino, decide di torbnre alla realtà, non sentendosi più parte di quel mondo che ormai sembra sempre più distante, ma Capitan Uncino la farà sua prigioniera, sfidando Peter Pan che coraggiosamente accettera’ il confronto e con esso tutte le paure che fino a quel momento aveva tenuto lontane, capitolando, reagendo e trasformandosi vincendo la battaglia, anche grazie al ritrovato amore per la sua Wendy.

Peter Pan, del regista PJ Hogan (Il matrimonio del mio migliore amico), è la quarta trasposizione dell’omonima opera di James Barrie, questa nuova avventura è per alcuni versi, la più fedele rilettura del Peter Pan originale, questo fiabesco racconto si pone a metà strada tra la iperfantasiosa versione Disney e la originale rivisitazione spielberghiana di Hook.

Molte sono le libertà che si prende il regista, non trascurando  però l’anima ed il concetto dell’opera originale e donandoci due protagonisti adolescenti in fuga da un futuro incerto che il mondo degli adulti rappresenta con tutte le sue responsabilità e nevrosi.

Quindi un ottimo film, fedele, ma non troppo, all’originale, condito con ottimi interpreti, ed effetti speciali che permetteranno ai piccini di restare ancora per molti anni sull’Isola che non c’è e agli adulti di tornare, dopo tanto tempo, a farci una capatina, in ricordo dei vecchi tempi sepolti nella memoria.