Recensione: In linea con l’assassino

Stuart Shepard (Colin Farrell) ha appena chiamato dalla solita cabina telefonica la sua amante, è una consuetudine, niente chiamate compromettenti dal cellulare, nessuna traccia, ma quando riaggancia e sta per uscire dalla cabina il telefono squilla.

Stuart è curioso, come lo siamo tutti ed ha la malugurata idea di rispondere, e una volta  alzata la cornetta, non potrà più riappendere, pena la morte. si perchè all’altro capo del telefono c’è uno squilibrato armato con un fucile di precisione che lo minaccia, e comincia a giocare con l’uomo in una sorta di perverso gioco psiicologico.

Stuart in principio pensa ad uno scherzo, ma la morte di un passante designato telefonicamente dal killer fa capire che il folle non scherza e così tra l’arrivo delle forze dell’ordine, capeggiate da uno scaltro detective che intuisce qualcosa, le telecamere dei vari Tg in cerca dello scoop, e l’impossibilità di Stuart di comunicare con la polizia, atto che sarebbe punito con un casuale tiro al bersaglio sulla folla assiepata intorno alla cabina, si mette  in atto una sorta di gogna pubblica e mediatica per il fedigrafo e bugiardo Stewart Shepard.

L’esperto di thriller Joel Schumacher, suoi Il cliente e Un giono di ordinaria follia,  ci dà una vera e propria lezione di regia e di tensione con questo perfetto  meccanismo ad orologeria montato in tempo reale, il film dura quanto l’agonia del povero protagonista, un marciapiede, una cabina telefonica e un pugno di ottimi attori per un gioco al massacro che non perde un colpo.

Lo spettatore è continuamente incalzato e provocato dalle trovate del cecchino folle che cerca la redenzione della vittima e da un regista che gioca all’aperto con gli spazi angusti ed ansiogeni del thriller puro, un Colin Farrell istrionico e convincente ed un Forest Whitaker che è ormai segno di solidità ed efficacia interpretativa che ne fa star talentuosa e versatile. In linea con l’assassino è un ottimo e ansiogeno thriller che non deluderà i veri intenditori.