Qualcosa di Straordinario, recensione in anteprima

Qualcosa di Straordinario (titolo originale Big Miracle) è la storia di una famiglia di balene intrappolate sotto il ghiaccio dell’Alaska, tratta da un evento realmente accaduto negli anni ’80, un salvataggio incredibile che ha unito il mondo.

Con Drew Barrymore e John Krasinski, la pellicola rispecchia gli eventi accaduti nel 1988 e, cinematograficamente parlando, ha una forza trascinante e le dinamiche tra i diversi personaggi sono ben calibrate al punto focale della vicenda, ossia liberare prima possibile la famiglia di grandi cetacei in pericolo di vita.

Cosa fare quando mamma e papà balena cercano di star vicino al cucciolo di balena in difficoltà e, nel frattempo, il freddo artico ha ghiacciato tutta la superficie circostante incastrando i poveri animali che hanno bisogno di emergere in superficie per respirare da soltanto un piccolo quadrato non ancora ghiacciato?

Tutte le scelte ponderate, tentate e operate all’epoca sono state fedelmente riportate in Qualcosa di Straordinario, dove si sviluppano le storie corali di Rachel Kramer (Drew Barrymore), attivista di Greenpeace impegnata anima e corpo alla causa, e Adam Carlson (John Krasinski), cronista locale pronto a lasciare l’Alaska per nuovi lidi; ma anche la storia tra il colonnello Scott Boyer (Dermot Mulroney) e la rappresentante della Casabianca Kelly Meyers (Vinessa Shaw) o l’ascesa alla carriera di giornalista d’assalto e senza scrupoli Jill Jerard (Kristen Bell, bravissima in una scena molto importante del film dove sogghigna per uno scoop che intristirà chiunque in mezzo ai presenti), o la vicenda politica tra americani e russi, proprio nel periodo della fine della guerra fredda, in collaborazione per risolvere la situazione e -perché no- rilanciare l’immagine dei paesi in un momento di difficile evoluzione.

Il climax è sicuramente raggiunto nella scena in cui sono tutti accerchiati intorno al lembo di acqua non ancora ghiacciata, dove gli eschimesi intonano una preghiera in forma di canto e un giovane eschimese appoggia l’orecchio sul ghiaccio per ascoltare il canto delle balene sotto di lui, nell’oceano..

Non perdete i titoli di coda, dove le immagini del film sono sapientemente sovrapposte digitalmente alle immagini di repertorio del periodo e il mix è perfettamente riuscito!

Note di produzione: la vicenda è accaduta realmente nel 1988 e sul posto c’era, tra i tantissimi reporter, il giornalista Thomas Rose, che di lì a l’anno successivo pubblicò Freering The Whales, libro da cui è stato estratto l’adattamento cinematografico che vediamo sul grande schermo; il regista Ken Kwapis ha fortemente voluto effettuare le riprese interamente in Alaska, dove ha potuto selezionare in loco il cast degli attori eschimesi e le scene sono state girate a Anchorage, un paese che dista circa 150 chilometri da Barrow, luogo in cui avvennero realmente i fatti.