Paranormal Activity 4, recensione

Un prologo ci riporta agli eventi del 9 ottobre 2006, Kristi e suo marito Rey vengono uccisi da Katie (Katie Featherston), la sorella di Kristi che rapisce Hunter, il loro figlio neonato scomparendo nel nulla. Cinque anni dopo, siamo nel novembre del 2011, Alex (Kathryn Newton) una ragazza adolescente e la sua famiglia, composta dai genitori Holly e Doug e il fratello minore Wyatt (Aiden Lovekamp), ospitano per qualche giorno il piccolo Robbie (Brady Allen), il figlio di una vicina di casa ricoverata in ospedale.

L’arrivo in casa di Robbie coinciderà con il manifestarsi di strani ed inquietanti accadimenti che man mano diventeranno sempre più inspiegabili e che sembrano avere come epicentro l’amicizia che lega Wyatt e Robbie. Quando Alex e il suo ragazzo Ben (Matt Shively) decideranno di programmare tutti i computer portatili dell’abitazione per riprendere e registrare ciò che accade in casa anche durante la notte, scopriranno qualcosa di davvero inquietante riguardo all’amico immaginario del piccolo Robbie…

Eccoci al consueto appuntamento con il nuovo capitolo della saga di Paranormal Activity diventata una sorta di cinepanettone d’oltreoceano in versione horror che ogni anno approda nelle sale puntuale come un orologio. La serie creata dal regista Oren Peli resta per noi un vero mistero, pur essendo grandi estimatori del cosiddetto cinema di serie B ci risulta impensabile che un film come quello di Peli, poco più che un discreto low-budget concepito per una fruizione direct-to-video, non solo sia approdato in sala, ma abbia sbancato il botteghino figliando praticamente sul nulla altri tre film-fotocopia, quattro se consideriamo il capitolo nipponico, questo si che ci sembra un evento paranormale.

Salvando il discreto esordio del 2007 e considerando il secondo e terzo capitolo della serie poco più che delle furbissime trovate commerciali, abbiamo trovato questo quarto capitolo come al solito sfiancante nel suo reiterare l’intrusione domestica a sfondo demoniaco, ma superiore e di molto ai due precedenti film, stavolta i registi Ariel Schulman ed Henry Joost hanno deciso di fornirci un minimo di connessioni con il cinema horror, quello vero, citando palesemente il Poltergeist di Tobe Hooper e più in generale gli horror con bambini inquietanti, un filone prolifico e ricco di suggestioni.

Paranormal Activity 4 riesce con queste sue reminiscenze orrorifiche mirate, vedi il ragazzino che parla con la tv da Poltergeist piuttosto che la citazione della corsa in triciclo da Shining, a tediare in maniera minore chi è in cerca di un minimo sindacale di trama e non di qualcuno che con trucchi da candid camera scateni urletti e risa isteriche dopo il canonico salto sulla poltrona, escamotage e dinamiche che senza dubbio fanno parte integrante del genere, ma che non sono, come in questo caso la parte preponderante di una messinscena che ad ogni nuovo capitolo mostra inevitabilmente la corda.

Nelle sale dal 22 novembre 2012

Film correlati: Paranormal Activity / Paranormal Activity 2 / Paranormal Activity 3 / Paranormal Activity: Tokio Night / Poltergeist – Demoniache Presenze / Insidious

Note di produzione: i registi Ariel Schulman ed Henry Joost hanno già diretto Paranormal Activity 3; la giovane protagonista Kathryn Newton era nel cast della sitcom televisiva Provaci ancora Gary ed è apparsa nella comedy Bad Teacher – Una cattiva maestra; il film costato solo 5 milioni di dollari ne ha incassati worldwide oltre 135.