Non è mai troppo tardi, recensione

Il magnate Edward Cole (Jack Nicholson) e il meccanico Carter Chambers (Morgan Freeman) si ritrovano con una diagnosi di cancro ai polmoni in fase terminale e a condividere la medesima stanza d’ospedale con grande rammarico da parte di Cole che vorrebbe veder rispettata la sua posizione economica rispetto al compagno di stanza continuando a pretendere un trattamento di favore.

I due si troveranno ben presto a condividere l’iter delle cure, gli invasivi effetti collaterali di queste ultime e il pensiero di essere giunti al termine di un percorso che richiede una disanima di ciò che si è fatto e degli obiettivi raggiunti, una profonda condivisione che sfocerà in un’amicizia.

Dai caratteri opposti brontolone e cinico Cole, serafico e ponderatore Chambers i due comiceranno a condividere anche una lista stilata da Chambers in cui sono elencate le cose da fare ed i desideri non esauditi che l’uomo vorrebbe realizzare prima di morire, alla lista dopo l’ennesima crisi che renderà a Cole il male più tangibile, vorrà partcipare anche quest’ultimo che proporrà i suoi desideri e si offrirà come finanziatore.

Contro il parere della moglie molto preoccupata per l’evolversi repentino della malattia Chambers accetterà l’aiuto di Cole e i due inizieranno un viaggio che li porterà inesorabilmente verso la morte, ma anche verso una consapevolezza che aiuterà entrambi a comprendere appieno il valore di una vita vissuta pienamente.

Un’occasione davvero imperdibile quella che ci propone il regista Rob Reiner, ridere e riflettere sulla morte con una coppia di veterani da grande schermo di gran lusso come Morgan Freeman e Jack Nicholson.

Inutile dire che qualunque sia il risultato della pellicola o la riuscita della messinscena, la sola presenza dei due protagonisti varrebbe comunque il prezzo del biglietto o il tempo speso per una visione.

Infatti quello che lascia più perplessi è l’eccessiva prevedibilità di uno script che si poggia completamente e senza remore sulla verve dei due inossidabili protagonisti senza tentare di costruire attorno ai brillanti duetti della coppia qualcosa di memorabile, come un’occasione del genere avrebbe meritato.

Detto ciò Reiner ha gioco facile limitandosi a seguire le brillanti performance di Nicholson e Freeman senza troppo sforzo, performance che rendono tutto il resto quasi superfluo, anche se non si può a fine visione provare la sensazione di aver assistito ad una grande occasione in qualche modo non pienamente sfruttata.

Note di produzione: nel film recita nella parte del figlio di Carter il vero figlio di Morgan Freeman, di seguito un video musicale e la lista delle cose da fare (Attenzione SPOILER):

1. Assistere a qualcosa di veramente maestoso
2. Aiutare un perfetto sconosciuto
3. Ridere fino a star male
4. Guidare una Mustang Shelby
5. Baciare la ragazza più bella del mondo
6. Farsi un tatuaggio
7. Paracadutismo
8. Visitare Stonehenge
9. Passare una settimana al Louvre
10. visitare Roma
11. Cenare a La Chevre d’Or
12. Vedere le Piramidi
13. Tornare in contatto con…
14. Visitare il Taj Mahal
15. Hong Kong
16. Victoria Falls
17. Partecipare ad un safari
18. Guidare una moto sulla Grande Muraglia cinese
19. Sedersi sulle Grandi Piramidi Egiziane
20. Trovare la gioia nella vostra vita