Nessuno mi può giudicare, recensione

Alice (Paola Cortellesi) trentacinquenne sposata e con un figlio di nove anni vive nell’agiatezza grazie ai soldi del consorte designer di sanitari, la vita della donna che mostra una personalità piuttosto superficiale ed arrogante scorre tranquilla almeno sino a quando il consorte non la lascia vedova con un figlio a carico e una montagna di debiti che l’avvocato di famiglia elencherà a Maria prospettandogli oltre alla vendita di ogni bene anche il rischio di finire in galera.

Raccolti gli effetti personali sopravvissuti alla bancarotta Alice verrà indirizzata da Aziz (Hassani Shapi), uno degli ex-domestici della famiglia in un quartiere popolare alla periferia di Roma dove Alice con figlioletto al seguito affitterà un locale fatiscente da Lionello (Rocco Papaleo) rozzo portiere dello stabile e dove oltre a fare la conoscenza dei suoi nuovi e alquanto  folkloristici vicini di casa Enzo (Lillo) e Tiziana (Lucia Ocone), reincontrerà Biagio (Raoul Bova) amico e datore di lavoro di Aziz che gestisce un internet point.

Purtroppo la ricerca di un lavoro per Alice sarà una vera via crucis, per non parlare delle prospettive di stipendio che se gli permetterebbero a malapena di sopravvivere con il figlio, di certo non sarebbero sufficienti a coprire i restanti debiti ereditati alla morte del marito.

Così preso il coraggio a due mani Alice contatterà Eva (Anna Foglietta), una escort conosciuta in uno dei tanti party dati nella sua ex-villa e gli chiederà di introdurla nel mondo della prostituzione d’alto bordo, unica occupazione al momento che gli permetterebbe in tempi ragionevoli di sanare i suoi debiti, ma la cosa si rivelerà, almeno per i primi tempi un vero incubo.

Debutto alla regia dell’eclettico attore e sceneggiatore Massimiliano Bruno, fidato collaboratore di Fausto Brizzi per script di campioni d’incasso come il dittico Notte prima delgi esami e il corale Ex, Bruno costruisce una divertente comedy che ha il pregio di ridere di tutto e tutti, di utilizzare dialetto e luoghi comuni all’insegna della levità più assoluta, di miscelare con sorprendente equilibrio ironia e sentimento e soprattutto di maneggiare argomenti non certo da film per famiglie senza remore, contando su una protagonista strepitosa dai tempi comici innati ed un cast che sembra divertirsi un mondo, trasmettendo al di qua dello schermo una divertita atmosfera all’insegna del faceto, capace di far dimenticare le derive macchiettistiche di alcuni personaggi e qualche scivolone nel sentimentalismo da fiction televisiva.

Nessuno mi può giudicare non è certo la perfezione dal punto di vista della scrittura, i personaggi sono stereotipati oltre il surreale, vedi il portiere razzista piuttosto che la stessa Cortellesi nella versione cafonal-chic del prologo, ma ben vengano stereotipi e clichè quando si confeziona una film godibilissimo che parla schietto al pubblico e lo fa con genuinità, vedi il recente Benvenuti al sud.

Dopo il trivio gratuito dei cinepanettoni e la mediocrità di operazioni come il recente prequel Amici Miei-Come tutto ebbe inizio, la commedia italiana riscopre la sua vena nazional-popolare e lo fa con una strepitosa attrice figliata dal piccolo schermo e che speriamo il piccolo schermo non finisca per cannibalizzare e con una pellicola che regala corpose dosi di buonumore, merce davvero rara di questi tempi.

Note di produzione: la sceneggiatura del regista Massimiliano Bruno è basata su un soggetto di Fausto Brizzi, Bruno oltre ad essere un prolifico autore televisivo (I Cesaroni, Quelli che il calcio…) ha condotto diverse tramissioni tv (Saturday Night Live, 80° minuto) e recitato in svariate commedie tra cui Maschi contro femmine, Questa notte è Ancora nostra e Feisbum! Il film. Nel film la voce narrante è di Valerio Mastandrea che però compare solo nel finale e cameo per il cantante Fausto Leali e lo stesso Bruno.