Matrimonio a Parigi, recensione

Il milanese Lorenzo (Massimo Boldi) è un truffaldino imprenditore/piazzista da televendite che va in onda sul canale TeleLecco Sat con la sguaiata moglie romana Elvira (Paola Minaccioni), sogno proibito del suo socio toscano Leonardo (Massimo Ceccherini) con il quale Lorenzo si fa beffe del fisco cercando di volta in volta escamotage sempre più creativi per evadere le tasse. Il napoletano Gennaro (Biagio Izzo) è invece sul fronte opposto, infatti l’uomo è un integerrimo ufficiale della Guardia di Finanza, tanto zelante da rimproverare spesso e volentieri anche la logorroica consorte Costanza (Anna Maria Barbera) che gestendo un negozio di intimo ha qualche problema ad emettere scontrini. Lorenzo e Gennaro non sanno che i rispettivi figli sono amici, infatti i due ragazzi  studiano entrambi all’Institut de Art et design de Paris e convivono. Così quando le due famiglie partono per assistere alla consegna del diploma dei rispettivi figli in quel di Parigi, Lorenzo e Gennaro si incontreranno sul treno ignorando che quell’incontro sarà solo l’inizio di una vacanza che i due saranno costretti loro malgrado a condividere, albergo compreso.

Approda nelle sale Matrimonio a Parigi di Claudio Risi, prima tranche da cinepanettone con il nuovo franchise a sfondo nuziale lanciato da Massimo Boldi dopo il divorzio artistico con il parner di lunga data Christian De Sica. Se possibile questo terzo film della premiata ditta Boldi, Barbera, Izzo, Ceccherini e Salvi si dimostra ancor più fiacco dei precedenti e stavolta anche incapace di sfruttare, al minimo sindacale la suggestiva location scelta per l’occasione.

Come di consueto ci troviamo di fronte all’ennesimo canovaccio trito e stravisto con il canonico repertorio di battute all’insegna del pecoreccio andante, lo scontro nord-sud stavolta con l’aggiunta di una digressione a base di grandi evasori con un Boldi che ormai si ripete consapevolmente ad oltranza, come peraltro fa l’intero cast che si limita a estemporanee battute da barzelletta, qualche gag e una corposa serie di stanchi tormentoni, serviti in una confezione da fiction televisiva formato deluxe e condita con giovani attori di contorno piuttosto acerbi.

Ci piacerebbe che per una volta Boldi e De Sica ci stupissero, rischiando ognuno qualcosa, non adagiandosi ogni volta su una formula che ormai è sotto gli occhi di tutti  perde di anno in anno a piccole, ma incisive dosi pezzi e spettatori, ma finchè sarà il botteghino a dettar legge e si continuerà a scambiare il cinema per un riflesso della peggior televisione, ci sarà sempre un matrimonio ed un Natale da allestire su grande schermo all’insegna del pacchiano.

Note di produzione: nel cast figurano anche il porno-divo Rocco Siffredi e la cantante Diana Del Bufalo, finalista della decima edizione del talent Amici di Maria De Filippi.