L’ultimo terrestre, recensione in anteprima

Tra una settimana una civiltà extraterrestre approderà sulla Terra, no niente bellicosa invasione alla Independence Day e non si tratta neanche degli insidiosi baccelloni degli Ultracorpi di Siegel, ma di alieni che hanno deciso semplicemente di entrare in contatto, ma se qualcuno alla notizia già entra in una crisi mistica da avvento del Quinto tipo, mentre altri mugugnano che oltre agli immigrati e ai cinesi ci mancavano pure gli alieni a crear scompiglio in un paese strozzato da una crisi economica ormai conclamata, il protagonista della storia, tale Luca Bertacci (Gabriele Spinelli) sarà uno di quelli a cui la fantascientifica visita cambierà in qualche modo la vita, perchè Luca ad oggi è un misogino affetto da una sindrome d’abbandono materno, un’inconfessabile attrazione per una vicina di casa e un lavoro da barista che invece che aiutarlo a relazionarsi con il prossimo, sembra amplificarne un’anaffettività alienante, con cui Luca deve combattere ogni sancrosanto giorno della sua vita.

Al Festival di Venezia sono sbarcati gli alieni, anzi in questo caso l’alieno perchè lo stile del regista Gian Alfonso Pacinotti in arte Gipi è extraterrestre nel senso più positivo, genuino ed artistico del termine, perchè prende la fantascienza, che come l’horror è un genere nato per essere ibridato e tramutato in fruibilissima metafora dell’odierna società e ci racconta di un Italia in difficoltà, arrabbiata e un pò confusa, in cerca di un punto di riferimento là dove spesso e volentieri è il primo che passa a dettar leggi e mode.

Così l’anima fumettara di Pacinotti si trova visivamente a proprio agio in un racconto che nasce come fumetto e che si evolve senza fatica in un ambito più cinematografico, inanellando una serie di accadimenti che a mò di surreali episodi, che costellano il quotidiano del protagonista, passano con invidiabile nonchalance dall’esilarante all’inquietante, lo humour a tratti si fa nerissimo, ma il ritmo resta brillante, insomma siamo di fronte ad una sorprendente opera prima, tecnicamente solida e in cui si comprende molto bene il perchè si sia scelto di selezionare il film di Pacinotti tra gli aspiranti italiani al Leone d’oro. L’ultimo terrestre è un film che parla d’italia, lo fa in uno stile squisitamente italiano e fotografa con efficacia il momento, lo congela in un fumettoso frame all’insegna del surreale, regalando dopo la visione, una corposa dose di straniante consapevolezza.

Nelle sale a partire dal 9 settembre 2011

Note di produzione: Il regista è un noto autore di fumetti, il film basato sul racconto a fumetti Nessuno mi farà del male di Giacomo Monti è stato presentato in concorso nella Selezione ufficiale della sessantottesima edizione del Festival di Venezia.