Lucy, recensione in anteprima

Lucy

Lucy è una studentessa che vive a Taiwan e si ritrova immischiata in una situazione più grande di lei a causa di una conoscenza sbagliata. Non sembra già l’inizio di tante storie a noi conosciute? Bene, perché tutto quello che succede dopo non accade nella realtà, non accade in un solo film ma ce ne vogliono diversi per riuscire a trovare tutto quello che Luc Besson è riuscito a infilare in Lucy. Seguiteci in questo nostro piccolo viaggio.

Lucy (Scarlett Johansson) è una ragazza bionda con la chewing-gum in bocca e uno sguardo stereotipato, viene costretta a consegnare una valigetta dal contenuto misterioso a un criminale coreano, Mr. Jang (Choi Min-sik), che viene intrigato dalla giovane e le propone un lavoro, diventando uno dei suoi corrieri per una nuova droga. Lucy si ritrova con una busta di cristalli blu nell’addome e quando si rompe inizia la sua esperienza di evoluzione della conoscenza umana attraverso lo sviluppo delle sue capacità celebrali dal 10% (quello che usa in media una persona) prima fino al 20%, poi assume altra droga e arriva man mano fino al 100%. Tutta questa conoscenza è potere, così l’essere contatta il luminare neuro ricercatore professor Norman (Morgan Freeman), che non può far altro che fornire un consiglio lungimirante e dall’alto valore scientifico.

Dalla Preistoria, con Lucy, il Trionfo della Stupidità

L’autore e regista Luc Besson ha il pallino per i film che strizzano l’occhio all’azione, ma in Lucy troviamo elementi di b movies, un po’ opera pop, un po’ pulp, kitsch a sufficienza per non annoiare a patto che si assista alla storia in maniera passiva, senza interagire da classico spettatore con il 10% delle proprie capacità intellettive. L’unica domanda ammissibile è come confrontarsi con il tema del film.

Il senso della vita è l’argomento che emerge, che affascina fin dalla nascita del pensiero umano e obiettivo ultimo della ricerca scientifica. Un tema talmente profondo può essere, per assurdo, trattato solo con l’unico strumento a disposizione dell’essere umano: la superficialità.

Il giudizio del CineManiaco

Non c’è una scena, una battuta, che non faccia riferimento alla stupidità umana: basti pensare solo al fatto che per diventare abili all’uso di ulteriori parti del nostro cervello attraverso una droga, è il chiaro giudizio che l’autore pone sulle teste delle miserabilmente meravigliose creature umane; una stupidità come condizione esistenziale necessaria per coesistere con l’universalmente noto e l’infinitamente ignoto – di cui probabilmente non entreremo mai in contatto e, quindi, non ne avremo mai conoscenza. Potere.

Lucy, la prima ominide a noi conosciuta… Dalla sua apparizione, non c’è stata evoluzione, ma evidentemente un avanzamento della stupidità fino al suo trionfo. Dopo aver rinvenuto le sue ossa, l’abbiamo riconosciuta annusandone i resti con la nostra strumentazione al carbonio, ma tutti i mezzi tecnologicamente evoluti rispetto ai primati non ci portano lontano dalle nostre origini di esseri poco più che pensanti, animali istruiti a seguire i nostri istinti come l’allusione iniziale tra la protagonista e una gazzella, quando viene catturata dai criminali come ghepardi in caccia. Questo ci porta ad un’ultima considerazione: il trionfo della donna, in un fil rouge tra presente, passato, futuro, umanità, divinità. Centralità. E, come ogni forma di potere assoluto, ripristino dello status quo attraverso la vendetta che ascende alla giustizia naturale degli eventi. Farlo in 89′ risulta, pertanto, essere altamente umano come intento. Apprezzabile, ambizioso, ennesimo inutile tentativo che affascina e intrattiene fintanto che non si usa quel ridicolo 10% che ci rende tanto speciali.

Voto 6.5

Scheda Film

USCITA CINEMA: 25/09/2014
GENERE: Azione, Fantascienza, Thriller
REGIA: Luc Besson
SCENEGGIATURA: Luc Besson
CAST: Scarlett Johansson, Morgan Freeman, Choi Min-sik, Amr Waked, Mason Lee

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