Lockout, recensione in anteprima

Washington D.C. 2079, Snow (Guy Pearce) un ex-agente operativo della CIA viene arrestato per l’omicidio del colonnello Frank Armstrong, che a quanto pare aveva scoperto le prove di un agente corrotto che vendeva informazioni top secret sul programma spaziale. Scott Langral (Peter Stormare), a capo dei Servizi segreti riesce ad ottenere per Snow una condanna a trent’anni di stasi nel carcere di massima sicurezza orbitante MS Uno.

Snow è convinto di essere stato incastrato, ma di fronte alle prove schiaccianti non può far nulla se non accettare l’aiuto dell’agente Harry Shaw (Lennie James) a cui rivela la presenza di una valigetta nelle mani di un suo contatto, valigetta che incriminerebbe l’agente corrotto e lo scagionerebbe.

Nel frattempo, Emilie Warnock (Maggie Grace), figlia del Presidente degli Stati Uniti, approda nel penitenziario orbitante per indagare su alcune voci che sostengono che la stasi in cui vengono tenuti in sospensione i detenuti causerebbe danni cerebrali irreversibili. Una volta nella prigione uno dei detenuti (Joseph Gilgun) risvegliato per un colloquio riuscirà ad impadronirsi di un’arma e riveglierà tutti gli ospiti della struttura che organizzeranno una rivolta, prendendo in ostaggio tecnici e personale della prigione inclusa la figlia del Presidente.

In questa situazione di crisi l’unico in grado di penetrare nella prigione e salvare Emilie è proprio Snow, che riluttante accetta la pericolosa missione di salvataggio, consapevole di essere l’unica speranza di sopravvivenza per la ragazza anche se il assenso alla missione nasconde un piano B.

Il regista Luc Besson è senza alcun dubbio il filmmalker più americano d’oltralpe e Lockout di cui è co-sceneggiatore e produttore ne è l’ennesima conferma. Besson torna alla fantascienza a quindici anni da Il quinto elemento e stavolta confeziona una divertente sceneggiatura citazionista lasciando la regia agli esordienti James Mather e Stephen St. Leger, che dal canto loro si dimostrano all’altezza della situazione sfoderando una regia dinamica, puntuale e visivamente rutilante nel suo ammiccare al mondo dei videogames.

Lo script di Besson si presta ad ogni sequenza ad una divertente caccia alla citazione, chiaramente il primo impatto richiama il dittico fanta-action di Carpenter che include il cult 1997-Fuga da New York e il sequel-remake Fuga da Los Angeles, con particolare rifermento a quest’ultimo titolo di cui si ritrovano diversi richiami anche visivi.

Lockout però non si limita ad omaggiare il Carpenter a sfondo post-apocalittico perchè Besson cita di tutto e di più, trasformando il film in un rutilante e anomalo super-remake che incorpora classici come Trappola di cristallo, Atmosfera zero, 2013 – La fortezza, Minority report con qualche gustoso extra come l’omaggio a Star Wars (in particolare la sequenza finale con l’esplosione della Morte nera) e quello al Cobra di Sylvester Stallone.

Senza dubbio la poca originalità dei contenuti potrebbe far storcere il naso a qualcuno, come peraltro lo sfacciato look da videogame, in realtà il film è davvero divertente e cosa più importante non si prende mai sul serio a partire dal suo protagonista, un rude, ammaccato e autoironico Guy Pearce, che sembra divertirsi un mondo a caratterizzare un mix tra lo Jena Plissken di Kurt Russell, Il John McClane di Bruce Willis e L’Ethan Hunt di Tom Cruise.

Lockout insieme al prequel La cosa per quanto riguarda il cinema di genere è una delle uscite più interessanti e soprattutto divertenti della programmazione estiva, che a parte l’imminente The Amazing Spider-Man in sala dal prossimo mercoledì, andrà inevitabilmente scemando, quindi se avete 90 minuti da investire in un popcorn-movie tutto action e intrattenimento, Lockout è il film giusto, chiaramente il film è vivamente sconsigliato a chi invece in un film esclude a priori un intento totalmente ludico e cerca a tutti i costi scavo dei personaggi e spessore narrativo anche in film come Commando e Invasion U.S.A..

Nelle sale a partire dal 25 luglio 2012

Film correlati: 1997: Fuga da New YorkFuga da Los Angeles Atmosfera zeroTrappola di cristallo2013: La fortezzaStar Trek 6: Rotta verso l’ignoto

Note di produzione: il film prodotto dalla EuropaCorp di Luc Besson è costato 20 milioni di dollari coprendo interamente con gli incassi (25 milioni di dollari) il budget investito; l’utilizzo di numerose sequenze con effetti visivi ha richiesto un massiccio uso di green-screen e una complessa fase di post-produzione.