Le verità negate, recensione

la vita dell’illustratrice e casalinga Sophie Hartley (Susan Sarandon) sembra scorrere tra la tranquillità di una famiglia che l’adora, un lavoro che la soddisfa, un marito innamorato e due splendide figlie.

Purtroppo da qualche tempo una strana sensazione di disagio sembra pervadere la donna che comincia a cibarsi di paranoie e fobie, arrivando a gridare al complotto quando nella sua vita fa capolino l’ambigua e fascinosa Mara Toufiey (Emily Blunt), una collega del marito che da qualche tempo da proprio la sensazione di volersi intrufolare nella sua famiglia.

Naturalmente nessuno le crede dandole gentilmente della paranoica, dopotutto la bella Mara è un’attraente donna sposata e di successo perchè dovrebbe insidiarle il nido? Sophie però non molla, è convinta che sotto ci sia un piano per toglierla di mezzo e rubarle la famiglia, cosi comincia d indagare, ma quello che scoprirà sarà ben più agghiacciante del previsto.

Thriller sui generis elegante e un pò formale Le verità negate, ben girato e a tratti convincente, ma questa sua formalità e la confezione patinata lo fanno sembrare un ottimo prodotto televisivo più che un buona pellicola concepita per il grande schermo. La regista Ann Turner è sin troppo brava e pulita nella realizzazione, montaggio, fotografia tutto troppo patinato ed elegante.

Il film al momento della visione non delude, insomma il cast è notevole, Sam Neill, Susan Sarandon, Emily Blunt, attori di un certo calibro che nobilitano non poco l’operazione, il problema è che dopo i titoli di coda il film non lascia molto su cui discutere e nessuna sequenza da ricordare, si ha la sensazione che ben presto questo titolo finirà nel dimenticatoio.

Quindi se consideriamo Le verità negate un’operazione destinata al grande schermo, il film risulta piuttosto anonimo, se invece le diamo una prospettiva diciamo casalinga, il costo di un noleggio o un passaggio televisivo, il film acquista punti ponendosi una spanna sopra ai mediocri thriller televisivi da palinsesto estivo.