L’amore dura tre anni, recensione

Marc Marronier (Gaspard Proust) è un critico letterario di giorno e un cronista mondano di notte con una visione piuttosto cinica dell’amore, che dopo l’ennesima delusione d’amore seguita da un divorzio difficile da archiviare, si è fatto l’idea molto pratica che l’amore abbia in realtà una data di scadenza e che non duri più di tre anni, il tempo esatto che ha impiegato il suo matrimonio a tramontare inesorabilmente tra routine e acredini coniugali.

Visto che la moglie Anne (Elisa Sednaoui) gli ha preferito uno scrittore di successo, Marc decide di mettere nero su bianco la sua esperienza negativa con quella che sembrava la donna della sua vita e per farlo scriverà un libro che mostra tutti i limiti di un sentimento che secondo Marc è decisamente sopravvalutato e idealizzato, ma proprio mentre sfoga nel suo manoscritto tutta la rabbia e la frustrazione represse, la vita di Marc viene scossa dall’incontro con l’irresistibile e fascinosa Alice (Louise Bourgoin), un vero terremoto emotivo che sgretolerà tutte le certezze del neo-scrittore facendo vacillare tutte le sue teorie sull’approccio ai rapporti amorosi descritti nel suo vademecum,  palesemente figlio di un cuore infranto.

L’amore dura tre annidebutto alla regia dello scrittore e critico letterario Frederic Beigbeder, proprio perchè basato su uno dei suoi romanzi più celebri, riflette il carattere nichilista e provocatorio dell’autore, ma mette anche in luce un certo istinto e dinamicità per la messinscena, qualche sconfinamento nel surreale non sempre apprezzabile, l’escamotage narrativo del protagonista che si rivolge alla macchina da presa (scelta cinematograficamente rischiosa e non sempre felice) e il ricorso a fumettosi ed intriganti inserti che giocano con parole, grafica e luoghi comuni su un’emozione umana capace di smuovere montagne, creare cataclismi emotivi e ahimè in più di qualche caso portare alla demenza.

L’amore come termine in sè risulta spesso inflazionato, troppo idealizzato e in qualche caso oltremodo decantato e il film di Beigbeder con il suo simpatico e ammiccante alter ego, l’attore Gaspard Proust, che ci ha ricordato a più riprese il Fabio De Luigi visto ne La peggior settimana della mia vita e Com’è bello far l’amore, lo mette spesso e volentieri alla berlina inserendolo in un contesto surreale di gag visive e spassosi dialoghi stranianti.

Beigbeder però, pur parodiando sfrontatamente il genere romance nella sua interezza filmica sfruttandone tutti i clichè possibili e immaginabili, c’è persino il bacio ripreso con inquadratura rotante e la romantica corsa finale, in realtà è meno spietato di quel che vuol sembrare e confeziona un’arguta commedia romantica con tutti i crismi, godibilmente sarcastica e in fondo consapevole di non essere in grado, nonostante la buona volontà e le idee, di contrastare uno straordinario gioco delle parti e un istinto alla condivisione che ci spinge da sempre a cercare un’anima gemella…anche se solo per una notte.

Nelle sale a partire dal 27 giugno 2012

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Note di produzione: Il film tratto dal libro L’amore dura tre anni di Frederic Beigbeder è stato girato interamente in digitale con l’ausilio di una Canon 5D; l’omaggio al musicista Michel Legrand non proviene dal libro, ma è un’idea concepita appositamente per il film in cui viene citato anche il classico del 1968 Il caso Thomas Crown con Steve McQueen e Faye Dunaway;