La gabbianella e il gatto, recensione

La gabbianella Kangah, avvelenata da una macchia di petrolio, affida il suo ultimo uovo in procinto di schiudersi al gatto Zorba (Carlo Verdone), il quale con l’aiuto dei suoi amici Colonnello, Segretario, Pallino e Diderot riuscirà a far nascere il piccolo volatile. Senza mamma, il pulcino di gabbiano diventerà parte della stramba famiglia del gatto, che gli darà il nome di Fortunata. Zorba e la sua comunità di felini dovranno ripettare alcune promesse strappate in punto di morte dalla mamma di Fortunata, Zorba non dovrà mangiare la gabbianella e avrà il compito di difenderla fino a che cresciuta Fortunata non avrà imparato a volare. Il pericolo però incombe sulla gabbianella presa di mira da una banda di ratti che hanno intenzione di trasformarla in un lauto pasto in onore del re delle fogne, Il grande topo (Antonio Albanese).

La gabbianella e il gatto è una deliziosa fiaba animalista ricca di contenuti e fruibilissima dai più piccini. Il regista Enzo D’Alo (Momo alla conquista del tempo) adatta il romanzo Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare dello scrittore cileno Luis Sepúlveda e grazie ad un doppiaggio mai così azzeccato e uno stile grafico molto originale e fumettoso mette in scena un cartoon che racconta di tolleranza, ecologia, crescita e famiglia, tutto ciò all’interno di una confezione mai sopra le righe, ricca di reminiscenze infantili e nostalgia per un’animazione dal tratto retrò squisitamente europeo, volutamente alternativo ai super-tecnologici cartoni d’oltreoceano e all’animazione serializzata da piccolo schermo, più vicino all’idea di un universo cartonizzato altro, come tanto per intenderci è nella filosofia del maestro Hayao Miyazaki.

Note di produzione: il film, prodotto dallo studio Lanterna magica, ha fruito di un budget di 10 miliardi incassandone 12 e di un cast vocale di altissimo profilo che include oltre a Verdone (Zorba) ed Albanese (Grande Topo) anche lo scrittore Sepulveda che interpreta se stesso come voce narrante. La colonna sonora, curata dal compositore e chitarrista britannico David Rhodes comprende anche il singolo So volare di Ivana Spagna e brani di Leda Battisti e Samuele Bersani.