La bella e la bestia, recensione

Tanto tempo fa, in un paese lontano lontano, un giovane principe viveva in un castello splendente. Benché avesse tutto quello che poteva desiderare, il principe era viziato egoista e cattivo. Accadde però che una notte d’inverno una vecchia mendicante arrivò al castello e offrì al principe una Rosa in cambio di un riparo dal freddo pungente. Lui, che provava repulsione per quella vecchia dal misero aspetto, rise del dono e la cacciò. Ma lei lo avvertì di non lasciarsi ingannare dalle apparenze perché la vera bellezza si trova nel cuore. Il principe la respinse di nuovo e in quel momento la bruttezza della mendicante si dissolse ed apparve una bellissima fata. Il principe si scusò, ma era troppo tardi, perché lei ormai aveva visto che non c’era amore nel suo cuore e per punirlo lo trasformò in un’orrenda Bestia e gettò un incantesimo sul castello e su tutti i suoi abitanti.

Vergognandosi del suo aspetto mostruoso la Bestia si rinchiuse nel castello con uno specchio magico come unica finestra sul mondo esterno. La Rosa che gli aveva donato la fata era davvero una Rosa Incantata e sarebbe rimasta fiorita fino a che il principe non avesse compiuto ventun’anni. Se avesse imparato ad amare e fosse riuscito a farsi amare a sua volta prima che fosse caduto l’ultimo petalo l’incantesimo si sarebbe spezzato. In caso contrario sarebbe rimasto una Bestia per sempre. Con il passare degli anni il principe cadde in preda allo sconforto e perse ogni speranza: chi avrebbe mai potuto amare una Bestia?“.

La bella e la bestia oltre ad essere il trentesimo classico Disney ad approdare su grande schermo, fa parte di quello che si rivelò un periodo d’oro per le produzioni animate della factory di Topolino e che venne inaugurato nel 1990 con La Sirenetta e culminò nel 1999 con Tarzan. Nell’arco di questi dieci anni vennero prodotti 10 titoli che includevano classici di sempre come Il re leone, Aladdin e Mulan e tra questi c’era appunto La bella e la bestia che puntando come il precedente La Sirenetta su un repertorio da musical di altissimo profilo, supervisionato dal veterano Alan Menken, donò alla celeberrima fiaba della scrittrice francese Jeanne-Marie Leprince de Beaumont nuova vita, regalando all’immaginario fantastico una delle più amate principesse Disney.

La bella e la bestia diretto a quattro mani dai registi ed animatori Gary Trousdale e Kirk Wise, la coppia in seguito venne designata dalla Disney anche alla regia del rifacimento de Il gobbo di Notre Dame (1996) e dell’avventuroso Atlantis – L’impero perduto (2001), alla sua uscita nelle sale, oltre a sbancare i botteghini fu il primo film d’animazione ad essere candidato agli Oscar nella categoria Miglior film dell’anno (la categoria Miglior film d’animazione debutterà solo nel 2002) e vinse due premi Oscar per la Miglior colonna sonora di Alan Menken e la Miglior Canzone originale, la hit Beauty and the Beast composta da Alan Menkel e Howard Ashman.

Note di produzione: il film costato 25 milioni di dollari ne incassò worldwide oltre 377. La canzone premio Oscar Beauty and The Beast cantata da Celine Dion e Peabo Bryason ebbe la sua versione italiana con le voci di Gino Paoli e di sua figlia Amanda Sandrelli. Nella versione cinese del film La bestia è doppiata da Jackie Chan. Nel 2002 il film è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. La bella e la bestia ha fruito nel 1997 di un sequel ufficiale dal titolo La bella e la bestia-Un magico Natale.