Ken il guerriero-La leggenda del vero salvatore, recensione

Un salvatore è colui che facendosi carico della tristezza del mondo e sopportando il proprio dolore e quello degli altri non fugge davanti al destino.

Dopo un prologo in cui scopriremo un Kenshiro che ha raggiunto la piena consapevolezza del suo destino e in procinto di diventare padre, si tornerà con un flashback indietro nel tempo, al principio della storia, prima che il guerriero della Divina Scuola di Hokuto prendesse il proprio destino nelle mani, portando giustizia in una terra desolata dove cane mangia cane e la violenza segna il quotidiano dei superstiti di una infernale apocalisse nucleare.

Kenshiro morente dopo la separazione da Giulia viene soccorso da una famiglia di passaggio nel deserto, ma ci vorrà poco prima che un gruppo di sciacalli guidati da un mercante di schiavi faccia tutti prigionieri, già pregustando il cibo e carburante che potrà guadagnare vendendo famiglia e straniero al mercato della sua città.

Kenshiro troppo debole per reagire verrà imprigionato insieme alla famiglia che lo ha aiutato e ad un vecchio monaco, presto dovrà lottare per la propria vita e in seguito, quando la città in cui si trova verrà messa sotto assedio, dovrà recuperare le forze per detronizzare un laido dittatore che tiene in ostaggio i cittadini e controlla l’acqua della zona e al contempo contrastare un’esercito invasore di nemici addestrati alla devastazione e alla barbarie.

Arriva l’estate e nelle sale approda il canonico, almeno da qualche tempo lungometraggio dedicato a Ken il guerriero, uno dei personaggi più amati del mondo dei manga e degli anime made in Japan, che con la sua iperviolenza da kung-fu movie e inquietanti scenari post-apocalittici è riuscito a miscelare suggestioni da B-movie orientale e tanto cinema di genere americano, riunendoli in un’intrigante confezione adulta capace di coinvolgere e affascinare solo come il miglior cinema d’animazione giapponese è capace di fare.

Ken il guerriero-La leggenda del vero salvatore è il quinto ed ultimo capitolo di una serie di lungometraggi che raccontano universo e mitologia di Hokuto no Ken attraverso i personaggi principali e questo ultimo capitolo, un vero e proprio  prequel, si concentra sulle origini di Kenshiro e sul suo tormentato percorso iniziatico per diventare legittimo successore della Divina Scuola di Hokuto.

Senza dubbio questo Kenshiro più passivo e tormentato potrebbe risultare all’apparenza meno incisivo, soprattutto a chi è in cerca del rutilante e letale giustiziere della serie tv, ma a noi è piaciuto proprio per queso approccio meno smargiasso e più dubbioso del personaggio alla violenza che lo circonda e ad un destino quasi subito.

Come negli altri capitoli l’animazione rispetto alla serie tv guadagna in dettaglio e fluidità, anche se risulta inferiore qualitativamente alla miniserie OAV Ken il guerriero-La trilogia, quindi una visione su grande schermo ne esalta senza dubbio la brillantezza dei colori e la cura del character design, chiaramente per poterne fruire appieno bisogna perlomeno aver visto gli altri capitoli di questa serie, chiaramente si sta parlando di un prodotto di nicchia per estimatori della memorabile serie tv anni ’80 ormai di culto, che ricordiamo basata su personaggi creati dai mangaka Tetsuo Hara e Buronson (pseudonimo dello sceneggiatore Yoshiyuki Okamura).

Note di produzione: il film è diretto da Kobun Shizuno, gli altri capitoli della serie Ken il guerriero – La leggenda dei veri salvatori sono: Ken il guerriero – La leggenda di Hokuto, Ken il guerriero – La leggenda di Julia, Ken il guerriero – La leggenda di Raoul, Ken il guerriero – La leggenda di Toki.