Jurassic Park 3, recensione

I coniugi Paul e Amanda Kirby (William H. Macy e Tea Leoni) con l’aiuto del giovane scienziato Billy Brennan (Alessandro Nivola) riescono a convincere il dr. Alan Grant (Sam Neill) a rivivere l’incubo a base di voraci dinosauri carnivori di cui il paleontologo era stato vittima qualche anno prima a causa del fallimentare progetto Jurassic Park.

Sono passati solo due anni dal disastro di San Diego che ha visto un gigantesco T-Rex aggirarsi libero per le strade della città e ormai tutti sono a conoscenza delle letali meraviglie dell’ingegneria genetica create dal magnate John Hammond, così nel frattempo il sito B Isla Sorna è stata posta in quarantena e si è stabilito un divieto di sorvolo dell’isola.

In realtà i coniugi Kirby che avevano proposto a Grant un semplice sorvolo dell’isola atterreranno, e il paleontologo si troverà privo di sensi e di nuovo in mezzo all’incubo con un letale Spinosaurus sulle sue tracce e la coppia di coniugi intenzionati a non lasciare l’isola senza aver recuperato il giovane figlio disperso.

Terzo capitolo del fortunato franchise lanciato da Spieberg nel 1990 con il campione d’incassi  Jurassic Park e proseguito nel 1995 dallo stesso Spielberg con Il mondo perduto, entrambe pellicole basate su romanzi di Michael Crichton. Stavolta Spielberg supervisiona il progetto e lascia la regia al collega Joe Johnston regista di Jumanji e del travagliato remake Wolfman.

La serie come da copione con questo terzo capitolo mostra inevitabilmente la corda nonostante il gradito ritorno di Sam Neill e la creazione di un nuovo e letale predatore preistorico, lo Spinosaurus creato appositamente per il film dai tecnici della ILM. L’animatronica segna il passo lasciando molto più spazio alla CGI come di consueto di altissimo profilo.

Nonostante ciò non si puo non godere dell’appeal avventuroso e della strepitosa confezione che comunque resta sempre un gran bel guardare, a ciò si aggiunge la solida regia di Johnston che per fortuna riesce a concludere dignitosamente la serie che rischiava di trascinarsi oltremodo ripetendosi oltre il consentito.

Note di produzione: oltre a Laura Dern e Sam Neill già nel primo capitolo della serie doveva tornare anche Jeff Goldblum protagonista delle prime due pellicole, ma un incidente in cui si ruppe una gamba ne impedì la partecipazione.