John Q, recensione

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John (Denzel Wahington) ha un bella famiglia ed un figlio di cui andar fiero, purtroppo in seguito ad un malore, alcuni accertamenti medici non danno alcun scampo al cuore del figlio se non si interverrà a breve tempo con un trapianto di cuore, trapianto molto costoso che l’assicurazione medica di John purtoppo non copre.

John impegna tutta la sua energia i suoi limitati mezzi economici nel disperato tentativo di colmare la lacuna della sua copertura sanitaria, ma la sua è una famiglia modesta, non possiede grossi beni e l’orologio che scandisce gli ultimi momenti di vita del figlio sta accelerando, la disperazione e la frustrazione prendono il sopravvento, cosi si fa largo l’idea di usare la forza.

John si procurerà un’arma e sequestrerà un’intero pronto soccorso per tentare di salvare la vita di suo figlio, per avere un pò di giustizia per un ragazzo in fin di vita e un sistema sanitario che stabilisce in base al reddito chi vive e chi muore.

Così inizierà un’interminabile giorno d’assedio che dimostrerà non solo cosa è disposto  a fare un genitore per salvare il proprio figlio, ma anche le contraddizioni e le falle di un sistema sanitario in mano ai privati.

Il regista Nick Cassavetes (La custode di mia sorella) ci regala un discreto dramma, certo non siamo ad altissimi livelli, insomma il problema e miscelare la denuncia sociale con il dramma familiare e alcune suggestioni tipiche del thriller e del cinema d’assedio, un bel pò di carne al fuoco anche per un veterano come Cassavetes, un bel pò di materiale umano ed emotivo difficile da gestire sempre con il giusto equilibrio, evitando accuratamente situazioni troppo urlate e retorica a buon mercato.

Comunque grazie ad un protagonista sempre ligio al dovere e oltremodo talentuoso, come l’istrionico Denzel Washington, e ad un regista abile nel miscelare impegno, sentimenti ed intrattenimento, si arriva a i titoli di coda con una buona dose di coinvolgimento emotivo, e con un messaggio di fondo che arriva chiaro e nitido, senza essere soverchiato da entertainment e facile retorica, certo la domanda sorge spontanea, senza la performance di Denzel Washington, il film avrebbe funzionato ugualmente?