Il mio nome è nessuno, recensione

1899 un giovane vagabondo che si fa chiamare Nessuno (Terence Hill) e con un incredibile istinto da pistolero viaggia attraverso l’Ovest americano e finisce per incrociare la strada con Jack Beauregard (Henry Fonda), un leggendario cacciatore di taglie ormai anziano che sta pensando di ritirarsi in Europa. Nessuno è un grande ammiratore di Beauregard e segue sin da ragazzino tutte le sue imprese, ma il suo entusiasmo e l’idealizzazione dell’uomo si scontreranno con la realtà di un vecchio pistolero stanco, incattivito e disilluso che in cuor suo è consapevole, ma non accetta che il suo mito sia ormai al tramonto. Nessuno però non demorderà e nonostante la riluttanza di Beauregard lo convincerà a tentare un’ultima impresa titanica che se riuscirà inciderà a fuoco il suo nome nel mito del vecchio West.

Dopo che i due Trinità di Enzo Barboni stabilirono nuovi parametri nel filone degli spaghetti-western amplificando le digressioni picaresche di Sergio Leone e miscelandole con i toni della farsa, ma sempre rispettosa dei clichè del genere western, il regista Tonino Valerii (I giorni dell’ira), specialista in western all’italiana, cavalca quell’onda e prodotto da Sergio Leone, che collaborerà con lui alla regia girando alcune scene, dirigerà questo western che prenderà il meglio di due immaginari (quello di Leone e quello di Barboni) e offrirà con i toni di un incontro-scontro generazionale un western divertente, ma anche crepuscolare con una coppia di attori (Fonda e Hill) contrapposti e complementari nella loro rappresentazione di due filoni, il cosiddetto spaghetti-western e la classica epopea western all’americana.

Leone e Valerii ibridano con successo le diverse digressioni del western e lo fanno con il consueto mestiere vanto di molti cineasti italiani che a suo tempo fecero del cinema di genere puro e creativo artigianato, tempo addietro orgoglio e baluardo del cinema italico.

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Note di produzione: Il film è stato scritto da Ernesto Gastaldi che per Valerii aveva già sceneggiato e Una ragione per vivere e una per morire e I giorni dell’ira. Il cast include l’attore e caratterista Mario Brega. Le musiche sono del maestro Ennio Morricone. Nel film ci sono alcune citazioni al regista Sam Peckinpah e al suo classico Il mucchio selvaggio.