Il ‘caso’ Kung Fu Panda 3: il cinema cinese batte quello Usa

Il box office cinese ha chiuso il 2015 con la cifra di 6,78 miliardi di dollari di incassi mentre quello nordamericano (Stati Uniti e Canada) è saldamente primo con 11 miliardi di dollari. Due cifre da record, sia per la Cina che per l’America con la piccola’ differenza che i due mercati non crescono allo stesso modo. Quello cinese, infatti, cresce a doppia velocità. Per capirci solo cinque anni fa il botteghino cinese era di 1,51 miliardi di dollari.

Per capirci ancora di più, nel 2015 è aumentato del 50 per cento. La stessa percentuale delle sale, in Cina durante lo scorso anno sono stati inaugurati 22 nuovi schermi al giorno. Un trend inimmaginabile per qualsiasi altro mercato.E così la stessa Hollywood ha iniziato a seguire il percorso dei soldi che, come dice il detto, non hanno odore, ma si concentrano tutti Cina, nuova frontiera del cinema. E visto che nel Paese orientale vigono forti sistemi protezionistici -il governo può decidere quali film stranieri fare uscire, in quante copie, in che periodo e anche quanto censurarli- l’escamotage si chiama coproduzione. Ecco allora il caso emblematico di Kung Fu Panda 3 che, uscito nello scorso fine settimana sia negli Usa che in Cina, ha incassato più in Cina (57 milioni di dollari) che in America (una quarantina di milioni).

La cosa interessante è che è stata creata una versione del film diversa e ad hoc per il mercato cinese con l’adattamento delle espressioni facciali, della postura e dell’umorismo dei personaggi in base alle caratteristiche e alle tradizioni locali. In questo modo il film ha pure ottenuto lo status di coproduzione cinese garantendo alla Dreamworks quote di fatturato più alto negli incassi e una distribuzione allargata.E in futuro Cina forse farà rima anche con Mecca del cinema visto che, sempre l’anno prossimo, aprirà a Tsingtao, sulla costa orientale, l’Oriental Movie Metropolis, una delle strutture cinematografiche più grandi al mondo con 10mila metri quadri tra studi di posa (uno sott’acqua), parchi a tema, hotel.

Dietro l’operazione da 8 miliardi di dollari c’è il sessantunenne Wang Jianlin, uno degli uomini cinesi più ricchi e «dalle ambizioni napoleoniche» come lo ha definito The Economist. Con il suo gruppo Dalian Wanda possiede la più grande catena di cinema al mondo, in Cina e negli Usa, e recentemente ha continuato a fare shopping a Hollywood acquisendo per 3,5 miliardi di dollari Legendary Pictures, la casa di produzione di blockbuster come Jurassic World e la trilogia di Batman diretta da Christopher Nolan. Insieme hanno dato vita alla più grande coproduzione tra Cina e Stati Uniti (150 milioni di dollari) con un film che uscirà alla fine di quest’anno, The Great Wall.