Il brigadiere Pasquale Zagaria ama la mamma e la polizia, recensione

Il pasticcione e logorroico brigadiere della polizia Pasquale Zagaria (Lino Banfi), asso dei travestimenti e nel lasciarsi sfuggire ogni malvivente cui da la caccia, vede prima un lento ed inesorabile tracollo della sua carriera fino ad essere degradato da maresciallo a guardia semplice, per poi onde evitare di finire come ultima tappa nell’unità cinofila, in un ultimo gesto d’orgoglio da le dimissioni che naturalmente verranno immediatamente accettate.

La vita da civile per Zagaria non è affatto semplice, trasferitosi con la moglie Pupetta (Francesca Romana Coluzzi) in un casale nella campagna romana, l’ex-poliziotto tortura vicini ed animali cercando di riprovare il brivido della caccia perduto con esilaranti investigazioni, improbabili interrogatori e una mania di giocare al poliziotto sotto copertura con tanto di macchina forografica al seguito.

Zagaria comunque avrà la sua occasione di riscatto grazie ad un carico di diamanti contrabbandati in un camion di pompelmi, intercettato per caso dalla moglie Pupetta intenta a fare jogging, scoperti i preziosi celati nei frutti la coppia si rivolgerà alla polizia e Zagaria si ritroverà di nuovo in campo a combinare un disastro dietro l’altro.

Debutto su grande schermo da protagonista per il comico Pasquale Zagaria alias Lino Banfi, a cui il regista Luca Davan allestisce un vero e propio one man show all’amatriciana con un canovaccio/parodia del classico poliziesco all’italiana, qualche comprimario a supporto, tutti facente funzione di spalla compreso il veterano Aldo Giuffrè e una serie di gag e travestimenti da avanspettacolo oltre naturalmente alla tipica parlata con spassosi scambi di vocali, cavallo di battaglia che ha fatto la fortuna del comico pugliese.

Il brigadiere Pasquale Zagaria ama la mamma e la polizia nel suo complesso stupisce per la totale mancanza di volgarità all’insegna del pecoreccio, siamo nel 1973, che ritroveremo spesso nelle produzioni a venire che toccheranno il culmine tra il finire degli ’70 e primi anni ’80, quindi di fronte ad una copione ricco di ingenuità, ma anche precursore di veri cult come Vieni avanti cretino, l’allenatore nel pallone e Al bar dello sport, titoli che rappresentano l’paice della produzione made in Banfi, questa commedia leggera leggera, con un istrionico primattore si guadagna una sufficienza piena e ad oggi risulta ancora piuttosto godibile, sempre se si apprezza il genere e soprattutto la verve del protagonista.

Note di produzione: questo è stato il primo film da protagonista per Lino Banfi, conosciuto dal produttore Carlo Maietto in un piccolissimo cabaret di Trastevere, in cui si esibiva in uno spettacolo comico con Gennarino Palumbo (attore del teatro di Eduardo De Filippo). Il regista del film  è Mario Forges Davanzati (marito di Blanche Cardinale, sorella di Claudia Cardinale) che lo firmò con lo pseudonimo Luca Davan. Pasquale Zagaria è il vero nome all’anagrafe dell’attore Lino Banfi. (fonte Wikipedia)