I professionisti, recensione

Siamo alla fine della Rivoluzione messicana, l’allevatore Joe Grant (Ralph Bellamy) deve salvare la moglie Maria (Claudia Cardinale) rapita dal messicano Jesus Raza (Jack Palance), un ex-leader rivoluzionario che abbandonata al lotta si è dato alle attività criminali diventando uno spietato fuorilegge e per farlo decide di assoldare una squadra di quattro professionisti, ognuno dei quali con una particolare abilità che tornerà utilie per portare a termine la missione di salvataggio.

La squadra è composta dal leader Henry “Rico” Fardan (Lee Marvin) specialista in armi, Bill Dolworth (Burt Lancaster) un asso con gli esplosivi, Hans Ehrengard (Robert Ryan) l’esperto di cavalli e Jake Sharp (Woody Strode) abile con arco e frecce e nel seguire le tracce. Del gruppo Fardan e Dolworth hanno già lavorato insieme e si conoscono per aver entrambi combattuto sotto il comando di Pancho Villa.

Composta la squadra il gruppo attraversa il confine messicano e grazie ad un massacro perpretrato dalla banda di Raza su un trasporto dell’esercito, riesce a rintracciare la banda di fuorilegge e a tracciarne il percorso, ma una volta ritrovata e liiberata la moglie di Grant scopriranno una realtà decisamente sorprendente.

Davvero godibile questo western firmato da Richard Brooks, gia regista de Il seme della violenza e La gatta sul tetto che scotta, che approccia il genere da veterano anche grazie ad un parterre d’attori di primissimo livello, a partire dal terzetto Lancaster/Marvin/Palance oltre naturalmente ad una splendida Claudia Cardinale.

I professionisti è un film che riuscirà senza dubbio ad appassionare chi è già cultore del genere, ma non dispiacerà a chi ha l’abitudine di farci qualche saltuaria puntatina, magari attirato da qualche attore di caratura o come in questo caso dall’irresistibile richiamo da nomination agli Oscar.

Note di produzione: il film, basato sul racconto A Mule for the Marquesa di Frank O’Rourke, nel ’67 ricevette tre nomination ai premi Oscar, miglior sceneggiatura e miglior regista entrambe assegnate a Richard Brooks e miglior fotografia (Conrad Hall). Tra le curiositù sembra ci furono alcuni problemi durante la lavorazione a causa dell’abuso di alcol di Lee Marvin e del grave ferimento della controfigura di Claudia Cardinale durante una ripresa che prevedeva una  fuga a cavallo all’interno di un canyon minato con della dinamite.