Gianni e le donne, recensione in anteprima

Gianni (Gianni Di Gregorio) è un pensionato romano come tanti, uno di quelli di ultima generazione con un’età importante, ma ben portata, una passione per gli animali e una pazienza infinita che ogni giorno viene messa alla prova da una moglie iperattiva coinvolta in mille impegni lavorativi, una figlia che sta per diplomarsi e che si accompagna con uno scansafatiche professionista e da una madre che ha tagliato il traguardo dei novant’anni e vive in un passato fatto di titoli nobiliari, mani bucate e servitù a iosa.

La vita di Gianni, nevrosi famigliari a prescindere, segue comunque un suo immutato tran tran quotidiano, tra passeggiate con cane al seguito, qualche commissione da sbrigare e due chiacchiere con gli amici e sarà proprio chiacchierando con uno dei suoi amici che Gianni scoprirà un mondo parallelo di tranquilli pensionati con una sorprendente e inaspettata vita sessuale che prevede amanti e ritrovati amor perduti.

Così cercando di combattere una strisciante depressione che sembra si stia impadronendo della sua vita, Gianni cercherà di forzare la sua natura mite e riservata per crearsi una relazione che vada oltre la distante e scostante moglie e così comincerà a guardarsi intorno tra sensuali vicine di casa, badanti, un primo amore mai dimenticato ed uno tanto desiderato, idealizzato e mai realizzato.

Dopo l’exploit di quel piccolo oggetto prezioso che è stato Pranzo di Ferragosto, torna l’attore, regista e sceneggiatore Gianni di Gregorio con la sua seconda prova dietro la macchina da presa e conferma la sua innata capacità di raccontare un quotidiano fatto di piccoli gesti trasformandolo in un coinvolgente ed emotivamente vitale microcosmo ricco di un’umanità tutta da esplorare e da vivere, ma soprattutto capace di miscelare la magia del cinema alla realtà di tutti i giorni.

Se Pranzo di Ferragosto resta un irraggiungibile e sorprendente debutto, in Gianni e le donne la notevole capacità di raccontare un mondo vissuto e rielaborato attraverso una sottile e malinconica ironia pregna di un’amarezza tipica di tanto cinema neorealista resta pressochè immutata, anche se stavolta non tutti i personaggi riescono a spiccare, a causa di un protagonista denso di sfumature e molto ben caratterizzato dallo stesso Di Gregorio che in più di un’occasione ruba, più o meno consapevolmente, la scena al resto del cast.

Note di produzione: Gianni di Gregorio è tra gli sceneggiatori di Gomorra, nel cast del film ritroviamo Valeria de Fancisiscis già vista in Pranzo di Ferragosto, il film è stato selezionato per partecipare fuori concorso alla sessantunesima edizione del Festival di Berlino.