Ghost Rider: Spirito di vendetta, recensione in anteprima

Johnny Blaze (Nicolas Cage) è in fuga tormentato dalla maledizione che lo affligge da quando, ancora ragazzo stipulò un patto con il diavolo in persona (Ciaran Hinds) che in cambio della salvezza del padre lo trasformò in un divoratore di anime al soldo degli inferi. Ora colui che all’epoca maledì Blaze per l’eternità è in cerca di un involucro umano in cui rinascere e che riesca a contenere l’energia diabolica che scaturisce dalla sua anima oscura. Per questo dopo aver stipulato un patto con una giovane ragazza in fin di vita (Violante Placido) e concepito con quest’ultima un figlio, il diavolo vorrebbe sfruttare la natura ibrida, metà umana e metà demoniaca della sua prole per trasformarsi nell’Anticristo permettendo a Satana di iniziare il suo dominio sulla Terra. Per impedire tutto ciò il monaco guerriero Moreau (Idris Elba) rintraccerà Johnny Blaze e gli proporrà uno scambio, la sua anima di nuovo umana in cambio della protezione del ragazzo, che Blaze dovrà trovare e consegnare ad un’ordine di monaci che vive tra le caverne della Cappadocia turca, il cui compito è far si che la profezia non faccia il suo corso, costi quel che costi.

Dopo gli oltre duecento milioni di dollari incassati dal Ghost Rider di Mark Steven Johnson (Daredevil), una dignitosa, ma di certo non entusiasmante trasposizione del celeberrimo fumetto, la Marvel non poteva di certo lasciarsi sfuggire un ulteriore capitolo che con l’utilizzo del formato 3D promette un introito in biglietti in grado di giustificare un ulteriore investimento, anche se stavolta il rischio di un potenziale flop è stato in parte ammortizzato dal budget, che si è dimezzato scendendo di poco sotto i 60 milioni e dalle location, che come nello stile di molte produzioni statunitensi low-budget, vedi ad esempio i film di Steven Seagal, si trasferisce nell’Europa dell’est.

Sulla carta chi meglio di Mark Neveldine e Brian Taylor, veri filmakers da battaglia, potevano mettere a frutto l’esiguo budget e i serrati tempi di lavorazione, basti pensare al lavoro fatto con il dittico Crank, ma quello a cui ci troviamo di fronte si mostra da subito come un action-horror confusionario, oltremodo frenetico e che mostra tutti i limiti di una produzione tutta puntata al risparmio.

Così se da una parte gli effetti visivi si rivelano molto curati, certamente sono stati questi ultimi insieme al compenso di Cage ad intaccare gran parte del budget, a questo proposito segnaliamo una coraggiosa sequenza con il Rider alla luce del sole, dall’altra si cerca di sopperire alla pochezza di uno script, che sembra poco più che un canovaccio, con una moltitudine di scene di stunt su cui i due registi hanno imbastito un road-movie fracassone, con un Nicolas Cage pericolosamente sopra le righe e scenari suggestivi, ma che a parte le location turche, si rivelano di un’impatto scenico grezzo come grezzi sono i fumettosi intermezzi che ci riassumono il primo film e ci svelano le origini del Ghost Rider che sono molto simili a quelle di Lucifero.

Ghost Rider: Spirito di vendetta si ispira all’universo dei B-movies e prova a mascherare l’evidente mancanza di idee in fase di scrittura con qualche puntatina nel trash, con il risultato di regalare diversi punti al suo predecessore e sciorinare qualche riuscita sequenza action e un paio di villain interessanti, il che rende questo sequel senza dubbio molto diverso dal film di Johnson, ma nel suo complesso troppo debole e troppo urlato per rendere un minimo di giustizia al fumetto originale.

Nelle sale a partire dal 23 marzo 2012

Note di produzione: nel cast figura anche Christopher Lambert. Questo è il secondo film, dopo The Punisher: War Zone, ad essere realizzato sotto l’egida produttiva della Marvel Knights. Nel team di scrittori figura David S. Goyer già sceneggiatore di Batman Begins, Dark City e della trilogia Blade. Le riprese si sono svolte tra Romania e Turchia.

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