Furio Scarpelli è morto

Furio Scarpelli ok

Lo scrittore Furio Scarpelli è morto questa mattina, poco dopo la mezzanotte: il vignettista e sceneggiatore, considerato uno dei padri della commedia all’italiana, aveva compiuto da poco 90 anni. A dare la notizia è stato il nipote Filiberto Scarpelli.

Scarpelli in coppia ad Age (Agenore Incroci) aveva firmato film che hanno fatto la storia del nostro cinema come La grande guerra di Monicelli, I mostri di Dino Risi, C’eravamo tanto amati e La terrazza di Ettore Scola, Il buono il brutto e il cattivo di Sergio Leone.

Lo sceneggiatore, che nella sua carriera ha scritto oltre 140 film (tre volte nominato all’oscar per Il postino, I compagni e Casanova 70), si separa da Age nel 1985 e scrive ancora film importanti come La famiglia di Ettore Scola che vince anche un David di Donatello (il secondo per lui dopo Celluloide di Lizzani), Il viaggio di Capitan Fracassa, Il Postino, Ovosodo, Testimone a rischio, Opopomoz, N Io e Napoleone e Baciami Piccina. La sua ultima sceneggiatura è di quest’anno ed è Christine Cristina, il film diretto da Stefania Sandrelli.

Paolo Virzì ha commentato così la sua scomparsa (fonte Ansa):

Mi sento devastato, perduto come un bimbo. E’ stato un maestro di antiretorica, la sua opera è stata la medicina che ci ha guarito dal fascismo. Forse non è chiaro a tutti chi fosse Furio i giornali scriveranno: un maestro di sceneggiatura, il principale artefice della migliore Commedia all’Italiana, l’autore delle storie dei film popolari più belli, più intensi, più divertenti e intelligenti che abbiamo mai avuto in Italia… era soprattutto una persona meravigliosa. Un maestro, sì, ma di antiretorica e di umanità. I suoi occhi curiosi, sempre spiritosi e compassionevoli, guardavano le persone e le penetravano, canzonandole e coccolandole col suo affetto e la sua ironica dolcezza da romanziere immenso. Era un genio, dal talento insuperabile di dialoghista, disegnatore, e però era anche una persona generosa ed umile, e ha sempre preferito sottrarsi all’esibizione di sé, dedicandosi piuttosto al trasmettere il proprio insegnamento alle persone, specie più giovani, che ha avuto vicino, come un autentico maieuta. E in tantissimi lo abbiamo adorato. Chi lo ha conosciuto e amato si è abbeverato al suo spirito e al suo sguardo sul mondo e sulla vita… Arrivo a dire che se possiamo non vergognarci di essere italiani è grazie a un numero di persone tra cui c’é sicuramente Scarpelli. Bisogna dare merito a una persona che ha contribuito a migliorare questo paese e a farci reagire a tutto quello che era retorica, a quello spirito italiano tronfio del ‘lei non sa chi sono io’. Se possiamo sentirci guariti dal fascismo, e non so se lo siamo ancora, è grazie a una medicina chiamata Furio Scarpelli. Oggi piangiamo un essere umano e un artista grandissimo, al quale non solo il nostro cinema, ma il nostro Paese, la nostra cultura, deve tantissimo. Mi stringo alla moglie Cora, ai figli Giacomo e Matteo, in un abbraccio grande e sconsolato.