Final Destination 5, recensione in anteprima

All’inizio del film facciamo la conoscenza di un gruppo di colleghi d’ufficio in procinto di partire per un convegno aziendale. Il gruppo comprende Sam Lawton (Nicholas D’Agosto) il suo migliore amico Peter (Miles Fisher), Candice (Ellen Wroe) la fidanzata di Peter e la trasgressiva Olivia (Jacqueline MacInnes Wood). Sul pullman in partenza ci sono anche Molly Harper (Emma Bell) la fidanzata di Sam,  Isaac (PJ Byrne) e Nathan (Arlen Escarpeta) due colleghi di Peter e il loro capo Dennis Lapman (David Koechner). Il viaggio avrà una brusca interruzione quando il bus della comitiva si troverà ad imboccare il North Bay Bridge e Sam si risveglierà da un incubo tanto spaventoso quanto realistico, in cui il ponte che stanno per attraversare è collassato, sbriciolandosi sotto un rovinoso crollo.

Quando alcuni elementi del sogno cominceranno ad avverarsi in maniera piuttosto inquietante, Sam si farà prendere dal panico e afflitto da una terrificante sensazione prenderà Molly e la convincerà a scendere in fretta dal bus. Nel frattempo Peter, Candice, Olivia, Nathan, Isaac e Dennis li seguiranno, giusto in tempo per assistere al crollo del ponte e alla morte di centinaia di persone, proprio come Sam aveva previsto.

Non ci vorrà molto prima che Sam gli altri sopravvissuti comincino a rendersi conto di essere scampati ad una morte predestinata da cui non avrebbero dovuto salvarsi e che la morte in qualche modo è tornata per portare a termine il suo compito, eliminando uno ad uno tutti i superstiti del disastro.

Ennesimo capitolo della mortifera saga lanciata nel 2000 dal regista James Wong, premesso che secondo il nostro parere, incassi a parte il franchise avrebbe potuto chiudersi benissimo con il secondo capitolo, dopo il pessimo The Final Destination 3D di David R. Ellis la saga con questo Final Destination 5 tira su la testa ed ha un notevole guizzo, grazie ad un capitolo che oltre ad essere tecnicamente impeccabile ha l’intelligenza di tornare narrativamente alle origini, cercando di dare un minimo di senso alla canonica lista di decessi che sfilano su schermo, tutti come di consueto all’insegna dell’efferato andante e con picchi di gore davvero notevoli.

In conclusione l’impressionante sequenza iniziale degna di un disaster-movie che l’esordiente Steven Quale orchestra con sorprendente efficacia, il lodevole intento di rifarsi ai primi due episodi della serie, vedi l’apparizione dell’ex-Candyman Tony Todd nei panni di William Bludworth, personaggio presente sia in Final Destination che Final Destination 2 e una gradevole connotazione splatter, fanno di questa seconda incursione della saga nel formato tridimensionale una piacevole ed inaspettata sorpresa, intendiamoci niente di trascendentale, ma se si gradisce il genere e si apprezza il franchise di certo non ci si annoia.

Nelle sale a partire dal 7 ottobre 2011

Note di produzione: tra i membri del cast segnaliamo Emma Bell già protagonista del thriller Frozen, la sceneggiatura è di Eric Heisserer all’attivo per lui gli script del remake di Nightmare e del prequel La cosa. Il regista Steven Quale è un vero esperto di effetti visivi e del formato 3D, oltre ad aver co-diretto con James Cameron il documentario Aliens of the Deep, ha supervisionato gli effetti visivi di Avatar.