Film in concorso a Venezia 70: The Zero Theorem

Nel film sono perfettamente riconoscibili i toni surreali e visionari del regista Terry Gilliam. I riferimenti ai suoi precedenti lavori, come Paura e delirio a Las Vegas e Brazil, sono numerosi.

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Siamo in un mondo distopico dominato da corporation e da una misteriosa e sinistra figura denominata Management (Matt Damon), che tiene tutto sotto controllo tramite i ‘mancam’ cioè uomini-videocamere. Nella sua cappella abbandonata e mezza bruciata, Qohen Leth (Christoph Waltz) lavora in solitudine e silenzio.

Turbato da una profonda angoscia esistenziale, questo genio dell’informatica cerca senza sosta lo Zero Theorem, una formula matematica in grado di svelare l’esistenza del senso e del significato della vita. Per controllare la sua ricerca, Management gli invia il giovane figlio Bob (Lucas Hedges), che crea per l’hacker una tuta in grado di confermare o smentire lo Zero Theorem indagando l’anima nella realtà virtuale, e Bainsley (Mélanie Thierry), una seducente donna che promette sesso virtuale durante le sue visite a sopresa.

In perfetto stile Blade Runner e 1984, The Zero Theorem sembra davvero promettente. Non soltanto attuale nelle sue tematiche hi-tech, ma anche inquietante nella visione di un futuro verosimile.