Fantozzi alla riscossa, recensione

Il ragionier Ugo Fantozzi (Paolo Villaggio), ormai quasi rassegnatosi del tutto alla sua nuova condizione di neo-pensionato, viene invitato ad una festa aziendale in cui ai nuovi assunti vengono mostrati i cattivi esempi da non seguire se si ha l’intenzione di far cariera nella Mega-ditta, tra questi pessimi elementi natuiralmenter svetta il ragionier Fantozzi che verrà umiliato e vessato in pubblico, causando in lui prima qualche fallimentare tentativo di suicidio e poi in un impeto di orgoglio. il bisogno di riscattarsi e dimostrare a tutti di non essere la merdaccia che tutti pensano.

La riscossa del ragionier Ugo Fantozzi inizia nell’affascinante mondo del cinema dove la nipote Ughina (Plinio Fernando) verrà selezionata per un film ispirato al Pianeta delle scimmie, Fantozzi già pregusta la sua carriera da agente cinemtografico, ma Pina (Milena Vukotic) inorridita dall’umiliazione subita dalla nipotina infrange i sogni in celluloide del ragioniere, così a Fantozzi non resta che impersonale l’incorruttibile eroe in una giuria di un processo per mafia che tanto per cambiare gli costerà la galera.

Stanco di subire continui sopruisi e prepotenze Fantozzi decide di passare alle maniere forti e si iscrive ad un corso per Hooligan, dal quale il ragioniere incredibilmente uscirà vincitore perchè dopo lo sfortunato esame finale per conseguire il diploma di provetto vandalo, in cui Fantozzi scippa per sbaglio il Duca Conte Barambani (Paul Muller) travestito da vecchietta, la sua audacia verrà premiata con una carriera fulminante che lo vedrà toccare i vertici della Mega-ditta, per poi finire ancora una volta altrettanto repentinamente nei bassifondi, per tornare infine a testa bassa dalla sua Pina che un super-computer deciderà essere la sua unica e insostituibile anima gemella.

Settimo capitolo per la saga di Fantozzi e ultimo prima del declino definitivo delle ultime tre pellicole che chiuderanno la saga, in questo caso la regia di Neri Parenti  testimonia qualche ultimo guizzo della sceneggiatura che viaggia su binari ormai ben consolidati, tornando a pescare dall’immaginario aziendale delle origini e miscelandolo con la nuova ambientazione casalinga post-pensionamento.

In Fantozzi alla riscossa il divertimento è altalenante e più che mai in formato sketch, c’è sempre quella nota malinconica di fondo che regala al clown triste creato da Villaggio qualche momento felice, il resto sa un pò troppo di già visto, ma senza dubbio questo non è uno dei peggiori capitoli ella saga.

Note di produzione: il regista Parenti e Paolo Villaggio hanno collaborato alla sceneggiatura scritta insieme ad un team di quattro autori, inizialmente il titolo originale del film doveva essere Fantozzi colpisce ancora, l’attore che interpreta il tremebondo hooligan britannico è Pier Francesco Villaggio, figlio di Paolo Villaggio.