Drive Angry, recensione in anteprima

John Milton (Nicolas Cage) è un’anima dannata fuggita dall’inferno e in cerca di vendetta, il suo  obiettivo tornato sulla terra è rintracciare Jonah King (Billy Burke) lo psicopatico leader di una setta dedita al satanismo per corrispondenza che non solo gli ha ucciso la figlia, ma ha intenzione di sacrificare la sua nipotina ancora neonata in un rito per portare nientemeno che l’inferno in Terra e guadagnare così l’immortalità per lui e tutti i suoi debosciati adepti.

Milton non  ha molto tempo perchè sulle sue tracce c’è l’infallibile Contabile (William Fichtner), cacciatore di taglie inviato dagli inferi per riportare l’evaso indietro a scontare la sua pena eterna, così Milton per portare a termine la sua ultima missione chiederà il supporto di Piper (Amber Heard) sensuale cameriera che picchia come un camionista e di Webster (David Morse), un suo vecchio amico meccanico che in nome dei bei tempi andati, nonostante la sorpresa nel veder l’amico resuscitato, accetterà di fare la sua parte.

Così tra scazzottate, inseguimenti, sparatorie e incontri ravvicinati dell’ultimo tipo Milton riuscirà a rintracciare King, che come una sorta di Charles Manson versione nomade si aggira per gli States a bordo di un camper in attesa di una propizia notte di luna piena in cui mettere in atto l’efferato rito di sangue.

Il regista Patrick Lussier ci aveva piacevolmente intrattenuti a suo tempo con il remake di San Valentino rosso sangue che a parte un pacchiano 3D da teen-horror regalava senza dubbio qualche suggestivo brivido retrò, intendiamoci niente di memorabile, ma un sano bagno di sangue tra serial-killer minatori e picconi assassini.

Purtroppo Lussier con Drive Angry fa il passo più lungo della gamba e forse esaltato dal consistente budget e dal divo Cage mette nel calderone, neanche fosse l’ultimo film che gira, un pò troppa materia prima da B-movie perdendone a più riprese il controllo tra revenge-movie, pacchianate che fanno il verso al Tarantino di Grindhouse e tentativi poco coraggiosi di imitare registi come Rob Zombie che di anni ’70 hanno saputo in più di un’occasione far virtù.

Lussier oltre a non essere un Tarantino nei suoi giorni peggiori, non tocca neanche le vette di gore e violenza del collega Zombie, provando un pò pretenziosamente o forse ingenuamente a metter su un baraccone che vada bene un pò a tutti, agli amanti dell’action motorizzato alla Fast and Furious, ai teenager in cerca del 3D da lancio alla Saw-Capitolo finale, fino a puntare ad un pubblico ancor più ampio con il divo per tutte le stagioni Nicolas Cage capace di trascinare al cinema chiunque, ma tutto questo mediare e smussare ad oltranza alla fine trasforma il film in un luna park che se a tratti risulta piacevole da guardare, dall’altra sfoggia personaggi macchiettistici al limite dell’imbarazzante, vedi il Charles Manson da soap-opera di Burke e un tema sovrannaturale dalle notevoli potenzialità malamente sfruttato.

Di Drive Angry resta così qualche sequenza da road-movie azzeccata, effetti visivi di buona fattura, l’ottima performance della bella Amber Heard che svetta su tutti e un finale da family-movie da allergia, insomma nel complesso ci troviamo di fronte ad una puntata del televisivo Supernatural ampliata e ipervitaminizzata con tanto di demoni, armi mistiche e guest star, formula che per quanto intrigante nel suo formato originale in questo caso si trasforma in uno spettacolare, ma pasticciato fumettone all’insegna dell’edulcorato.

Nelle sale dall’8 aprile 2011

Note di produzione: il film è girato in 3D e non riversato come molte recenti pellicole, le auto che compaiono nel film sono una Buick Riviera del ’64, una Dodge Charger R/T (440 Engine) del ’69 e una Chevrolet Chevelle SS 454 del ’71, l’attrice Amber Heard è anche protagonista del recente horror The Ward-Il reparto di John Carpenter, la sceneggiatura è di Todd Farmer già autore del remake San Valentino di sangue 3D, del prossimo Hellraiser e di Jason X, capitolo spaziale della saga di Venerdì 13.