Dragon Trainer, recensione

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Il giovane Hic è un abitante di un villaggio vichingo preda spesso delle incursioni e razzie di svariate razze di draghi che popolano la zona, e che con il tempo sono diventati il fulcro di un’intensa attività di caccia, che ha portato la popolazione del piccolo villaggio ad addestrare la propria prole, scontrandosi in un’apposita arena con tanto di draghi ed addestratore.

Hic tipetto mingherlino e impacciato, ma volenteros0 e intelligente, è nientemeno che il figlio del più forte e valoroso cacciatore di draghi della zona, nonchè capovilaggio, trovandosi spesso a fare i conti con un padre imbarazzato dal suo aspetto ben poco vichingo, e anche dalle continue figuracce che colleziona cercando di compiacere il genitore provando invano ad avvicinarsi, almeno un pò al figlio che quest’ultimo avrebbe voluto, ma che palesemente Hic non potrà mai essere.

Così mentre viene schernito dal resto del villaggio e protetto dal padre che non vuole assolutamente che intraprenda l’addestramento per diventare cacciatore di draghi, Hic durante una movimentata nottata in cui il villaggio è assalito, grazie ad una sua invenzione, un cannone lanciareti, colpisce uno dei draghi più temuti e meno conosciuti dal suo popolo che precipiterà nella vicina foresta, purtroppo nella confusione nessuno naturalmente gli crederà, ma il giovane vichingo  una volta rintracciata la preda scoprirà ben presto che i draghi non sono le cresture crudeli, sanguinarie e violente che vengono descritte dal suo popolo.

Un piccolo gioiello e una gradita sorpresa l’ultimo lavoro della Dreamworks che rischia, visto il battage pubblicitario, di essere erroneamente scambiato per un prodotto indirizzato esclusivamente a piccoli spettatori over 10. Niente di più sbagliato Dragon Trainer contiene tutti gli elementi tipici dei cartoon di ultima generazione formato family-movie, con un suggestivo contesto, un character design accattivante, un 3D funzionale e non invasivo, e uno script che oltre a veicolare messaggi ad hoc per i piccoli spettatori, non mancherà di intrigare anche la platea più adulta, senza dimenticare un’animazione di alto profilo e la forte impronta action-avventurosa che ne fa un prodotto equilibrato e oltremodo godibile.

La Dreamworks sceglie il mondo dei valorosi vichinghi e la figura del drago, una  delle creature mitologiche più fascinose di sempre, per veicolare  l’immancabile messaggio dell’accettazione del diverso con una forte connotazione animalista, è lo stesso piccolo protagonista il diverso tra i propri simili che fungerà da elemento scatenante ed unificatore per il cambiamento, che sfocerà in una solidale convivenza e simbiosi nata sulle ceneri dell’intolleranza e della paura di ciò che non si conosce.

la Dreamworks non solo azzecca tematiche e ambientazione, ma si rivolge agli spettatori più piccini ammiccando agli eroi made in Japan di ultima generazione, donando al drago protagonista un character design che si ispira agli inossidabili Pokemon, inserendo all’interno della narrazione stessa accenni al medesimo sistema di classificazione con tutta una serie di razze di draghi differenti, ognuno dalla peculiare caratteristica fisica e di combattimento che il giovane guerriero prima cacciatore poi addestratore dovrà impare a conoscere per utilizzarli al meglio negli scontri in battaglia, forse è in arrivo l’ennesimo gioco di carte collezionabili pronto a spopolare tra i ragazzini, nel frattempo un consiglio, non fate l’errore di sottovalutare questo cartoon, che siamo certi potrà regalarvi più di qualche sorpresa.