Daylight-Trappola nel tunnel: recensione

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Il tassista Kit Latura (Sylvester Stallone) si ritrova nel bel mezzo di un disastro, causa una fuga di gas tossici alcuni automobilsti imbottigliati nel traffico rimangono imprigionati all’interno di un tunnel che collega Manhattan al New Jersey.

Il disastro avviene nell’ora di punta e se gli interventi non saranno immediati le vittime si conteranno a centinaia, Latura che in passato a lavorato  per i servizi medici d’emergenza convince i suoi ex-colleghi ad aiutarlo ad entrare nei tunnel attraverso i condotti d’aerazione per monitorare la situzione all’interno e portare soccorso.

Latura entra, raggiunge il tunnel dove scopre una dozzina di superstiti in preda al panico, presa in pugno la situazione non puo evitare che alcune esplosioni uccidano altre persone, cosi decide di giocarsi il tutto per tutto e convinto il drappello di superstiti a seguirlo, li conduce attraverso un tunnel usato dagli operai per la manuntenzione.

La strada per raggiungere il fiue sarà molto pericolosa e irta di ostacoli, e sarà compito di Latura utilizzare tutta la sua esperienza ed il suo coraggio per riuscire a portare in salvo gli ultimi superstiti.

Sly si cimenta con il disaster-movie, sfodera i suoi muscoli da star action un pò appannata per confrontarsi con un genere che nel bene e nel male gli americani sanno sempre confezionare ad arte, dopotutto il filone l’hanno inaugurato loro.

Aiuta  molto una messinscena da kolossal ed effetti speciali realistici e all’avanguardia, il tutto ben orchestrato da un regista che di action se ne intende, basta pensare al suo the Fast and the Furious e all’adrenalinico XXX.

Daylight-trappola nel tunnel scorre fluido ed efficace, e nonostante l’inverosimiglianza di alcune situazioni tipiche del genere, riesce a coinvolgere e ad intrattenere sfruttando al meglio la fisicità del corpulento potagonista limitandone al minimo la recitazione e cogliendone alla perfezione il lato da eroe della porta accanto.