Così è la vita, recensione

Aldo (Aldo Baglio) soprannominato Bancomat per la sua abilità nel clonare carte di credito, riesce senza troppa fatica durante un trasporto in tribunale a sequestrare pistola alla mano un ‘auto della polizia con a bordo l’imbranato agente Giacomo (Giacomo Poretti).

Mentre i due attraversano Milano diretti fuori città, un cittadino che è stato appena vittima di un furto d’auto, l’incompreso inventore di giocattoli Giovanni (Giovanni Storti), ferma la volante e ignaro del sequestro in corso sale a bordo diventando così di fatto il secondo ostaggio di Aldo.

Grazie ad un colpo di fortuna Giacomo riesce a comunicare alla centrale quello che sta accadendo, interverranno auto della polizia e persino un elicottero per inseguire il fuggitivo, ma la volante finirà in un burrone incendiandosi, senza a prima vista lasciare alcuno scampo ai tre passeggeri.

In realtà i tre si sono salvati  saltando fuori dalla macchina prima dello schianto e dopo la brutta avventura decideranno di tornare in città, Aldo dopo aver incontrato l’amore proverà a consegnarsi alle autorità per pagare il suo debito con la giustizia, mentre Giovanni e Giacomo torneranno dalle rispettive famiglie scoprendo che dopo il loro presunto decesso le cose sono decisamente cambiate.

Dopo un ottimo esordio, per una volta non solo ai botteghini, il trio Aldo, Giovanni e Giacomo bissano il successo tornando a collaborare con Massimo Venier sia alla regia che in fase di scrittura, confezionando una divertente commedia con un finale intrigante e una serie di gag decisamente riuscite tra citazioni tarantiniane e il repertorio classico del terzetto che anche stavolta sembra funzionare a dovere.

Così è la vita fa parte della trilogia di film che hanno segnato le migliori prove su grande schermo del trio insieme al debutto Tre uomini e una gamba e Chiedimi se sono felice, quest’ultimo senza dubbio il migliore dell’intera filmografia del trio prima della crisi creativa che inizierà con l’ambizioso La leggenda di Al, John e Jack, passerà per il ritorno alle suggestioni teatrali di Anplagghed al cinema e culminerà nel mediocre Il cosmo sul comò.

Note di produzione: alla sceneggiatura collaborano anche la coppia di autori televisivi e teatrali Gino & Michele, le musiche sono della rock-band italiana dei Negrita, il film costato in totale 11 miliardi promozione compresa ne incasserà oltre 60.