Colpo d’occhio, recensione

Gloria (Vittoria Puccini) giovane studentessa d’arte e amante dell’affermato critico d’arte Pietro Lulli (Sergio Rubini), durante uno dei tanti allestimenti dedicati a giovani aspiranti artisti incrocia il fascinoso Adrian Scala (Riccardo Scamarcio), talentuoso scultore in cerca di visibilità, tra i due è passione e la loro relazione causerà la rottura di Giulia con il suo mentore/amante.

Passerà molto tempo prima che le strade dei tre si incrocino nuovamente, l’occasione sarà per il restauro di una piazza, Lulli promuoverà il giovane artista e scoprirà la sua relazione con Giulia, situazione a dir poco imbarazzante che Lulli però affronterà in maniera alquanto sorprendente, mostrando una inaspettata nonchalance.

Lulli però non si limiterà a quell’unica promozione, prenderà Adrian sotto la sua ala protettrice diventandone una sorta di pigmalione, promuovendone le opere e aprendogli i salotti bene dell’altà società popolati di ricchi collezionisti e mostrandogli il lato lussuoso e patinato dell’arte.

Adrian verrà plagiato dal carisma di Lulli e comincerà a perdere il contatto con la realtà, Giulia in dolce attesa perderà il suo bambino, il suo migliore amico verrà umiliato senza che lui reagisca, un’involuzione in crescendo che culminerà per il giovane artista con il fondo toccato a più riprese e una rivelazione finale sin troppo annunciata.

Sergio Rubini torna per la nona volta dietro la macchina da presa per raccontare di un triangolo amoroso ambientato nel mondo dell’arte, due giovani talenti al servizio di una storia che dopo un incipit sin troppo repentino, mostra un’eleganza visiva notevole che ben trasmette l’edulcorato mondo dell’arte visto dalla prospettiva delle potenti figure della moderna critica artistica.

Purtroppo il film di Rubini soffre di una recitazione sin troppo carica e di una scrittura volutamente puntata al melodramma che crea un forte distacco tra interpretazione e narrazione, elemento questo che si percepisce a più riprese durante lo snodarsi di una sceneggiatura che bisogna però ammettere costruita su intriganti venature thriller che supportano efficacemente l’evolversi della pellicola spingendo a seguirne gli accadimenti sino ad un prevedibile, ma coerente epilogo.

Parafrasando la famosa citazione di Wilde La vita imita l’arte più di quanto l’arte non imiti la vita, in Colpo d’occhio l’arte imita invece se stessa sconfinando spesso in eccessi da parodia sin troppo compiaciuti, un film emotivamente troppo levigato, che se cattura facilmente lo sguardo, fatica non poco ad emozionare.

Notre di produzione: il film ha fatto parlare per le scene di nudo di Vittoria Puccini nota al grande pubblico per la serie tv Elisa di Rivombrosa qui alla sua seconda collaborazione con Rubini dopo Tutto l’amore che c’è, nel cast compare anche la conduttrice tv Paola Barale.