Chained, recensione in anteprima del thriller di Jennifer Lynch

Bob (Vincent D’Onofrio) è un tassista che cela una doppia vita, l’uomo è in realtà un feroce serial-killer che rapisce, stupra e uccide donne che incontra lungo il suo girovagare notturno. Durante una delle sue corse l’uomo carica in auto Sarah (Julia Ormond) e il suo figlioletto di otto anni Tim (Evan Bird). L’uomo rapisce entrambi, ma mentre con Sarah mette in atto il suo usuale e brutale modus operandi, decide di non uccidere il ragazzino che incatenato nella cucina della casa diventerà una sorta di schiavo tuttofare.

Il rapporto tra i due con il passare degli anni e il susseguirsi degli omicidi evolve, Bob vorrebbe fare del ragazzo ormai cresciuto (Eamon Farren) una sorta di erede, insegnandogli prima la teoria con lo studio dell’anatomia umana e in seguito la pratica, procacciandogli la sua prima preda e spingendo Tim a perpetrare da bravo figlio il suo primo omicidio…

Dopo il sorprendente e brutale The Woman dell’americano Lucky McKee, ecco un altro disturbante ed efferato gioiello nordamericano, stavolta confezionato da una donna, la regista figlia d’arte Jennifer Lynch, si il papà è il David Lynch di Mulholland Drive e Twin Peaks, che torna dietro la macchina da presa a due anni dall’horror Hisss, una co-produzione India/Stati Uniti.

Bisogna ammettere che questo Chained ci ha piacevolmente sorpresi e in qualche modo spiazzati visto i pregressi non proprio entusiasmanti della regista, basta citare Boxing Helena il suo esordio alla regia datato 1983. La Linch allestisce un thriller psicologico di inquietante fattura, ben supportata da un memorabile Vincent D’Onofrio nei panni del disturbato Bob e da Eamon Farren (il Tim adolescente), la sua performance seppur passiva nella sua evoluzione mette in evidenza un talento ancora tutto da sfruttare.

Il film è stato girato a bassissimo costo in un’unica location con qualche estemporaneo esterno, la casa di Bob isolata, spoglia e poco accogliente diventa di volta in volta una casa degli orrori, le sequenze degli omicidi e delle violenze sono approcciate con tale freddezza visiva e crudo realismo che ci hanno ricordato a più riprese sia lo slasher di culto Henry-Pioggia di sangue (con meno impatto splatter), che l’australiano Wolf Creek, il film ha la medesima cupezza e una disarmante ferocia di fondo.

Al tormentato Bob di D’Onofrio, capace di provocare sdegno e orrore con la sua aberrante misoginia,  non viene però negato un lato umano, che si materializza in una sorta di istinto paterno deviato e deviante, figlio del suo cieco odio per le donne considerate solo oggetti, bambole di carne da usare e gettare una volta rotte, una furia omicida che ha un’origine ben precisa, spiegata grazie ad alcuni sogni che diventano flashback di un’infanzia violata e un’adolescenza da incubo.

Chained si dimostra dell’ottimo cinema genere dalle incisive digressioni horror, senza dubbio meno traumatizzante del citato The Woman, ma capace in egual modo di scavare tra le pieghe di una mostruosità fortemente radicata nella realtà. Nonostante il finale un po’ forzato ci abbia lasciato fortemente perplessi, ma non aggiungiamo nulla per non rovinare il colpo di scena, il film si dimostra un vero salto di qualità per la Lynch, i suoi detrattori se ne dovranno fare una ragione, in questo caso aiutata senza dubbio da un cast in stato di grazia.

Disponibile in DVD a partire dal 6 dicembre 2012

Film correlati: Wolf Creek / Henry – Pioggia di sangue / Zodiac / Seven / I Saw the Devil / Saw  – L’enigmista / Ted Bundy – Serial Killer

Note di produzione: nel cast figura anche Jake Weber già visto nel cast del remake L’alba dei morti viventi e noto al pubblico per il ruolo del marito di Patricia Arquette nella serie tv Medium; il film è stato girato in 14 giorni ed ha fruito di location canadesi.