Casa de mi padre, recensione in anteprima

Armando Álvarez (Will Ferrell) ha vissuto e lavorato nel ranch del padre in Messico per tutta la sua vita. Quando il ranch si trova in difficoltà finanziarie Raul (Diego Luna), il fratello minore di Armando, torna a casa con la sua nuova fidanzata Sonia (Genesis Rodriguez) e il successo avuto negli affari che potrebbe permettere alla famiglia Alvarez di tornare ai fasti di un tempo. Raúl si impegna a saldare tutti i debiti di suo padre e tutto sembra andare per il meglio, almeno fino a quando Armando non si innamora di Sonia e gli affari di Raúl si scopriranno legati al narcotraffico.

La situazione si farà ancor più ingarbugliata quando il potente Onza (Gael García Bernal), locale boss della droga, scoperto lo sconfinamento di Raul nel suo territorio scatenerà una guerra con l’intenzione di spazzare via l’intera famiglia Alvarez, supportato da un esercito di sgherri e un alcuni poliziotti corrotti.

Casa de mi padre è una delle parodie visivamente più bizzarre mai viste su schermo, che dimostra come attualmente Will Ferrel sia l’attore-autore comedy più talentuoso e istrionico del panorama americano. Il film è girato interamente in spagnolo il che indica il livello di follia creativa del progetto, ma non basta perchè all’interno della pellicola c’è una sorta di compendio sul cinema latino filtrato attraverso tutta una serie di stereotipi e trovate scenografiche, che sembrano una via di mezzo tra un film di Robert Rodriguez e una telenovela, qualcosa di veramente singolare ed estroso sino al compiaciuto.

Il regista Matt Piedmont al suo debutto su grande schermo, ma con una corposa gavetta televisiva come autore del Saturday Night Live, si sbizzarrisce in qualunque direzione, il film fruisce di scenografie ridicolmente posticce, improbabili felini animatronici, scene realizzate con l’ausilio di modellini e rozze miniature, improvvisi tagli che simulano imperfezioni della pellicola come accadeva nel Grindhouse di Tarantino/Rodriguez, un paio di sparatorie in stile El Mariachi e una colonna sonora fantastica che include alcuni brani cantati dallo stesso Ferrell.

Il film però ha un punto debole, nonostante non manchi di gag riuscite, potrebbe risultare poco ridanciano per chi è in cerca di una parodia tout-court in stile Austin Powers, ma crediamo che l’intento di Ferrell fosse ben altro, la cura nell’assemblare tutto il materiale cine-folcloristico che vi abbiamo elencato va oltre la ricerca della risata grassa, quello a cui ci siamo trovati di fronte è qualcosa di veramente originale e oltremodo spiazzante, tanto che anche in patria non è stato compreso appieno, un lavoro davvero notevole che trasforma il kitsch e la recitazione enfatica in uno stile unico, mettendo ancor più in luce la vis comica stratosferica di un attore che in Italia risulta ancora incredibilmente sottovalutato.

Note di produzione: nel cast figurano anche Nick Offerman (in tv Parks and Recreation) ed Efren Ramirez (Napoleon Dynamite); nella colonna sonora è incluso il singolo Casa de mi padre di Christina Aguilera e ci sono brani cantati da Will Ferrell, Genesis Rodriguez ed Efren Ramirez; il film è stato girato in 24 giorni con un budget di 6 milioni di dollari.

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