B-Cult, Tokio Gore Police

Oggi per i B-cult da riscoprire torniamo ad occuparci di splatter-movies, ma stavolta in una intrigante salsa orientale, riproponendovi quello che a tutti gli effetti è uno dei capolavori del genere per il nuovo millennio che ha riportato lo splatter a livelli di anarcoide e fumettosa follia di cult indiscussi come Evil Dead e Bad Taste.

Stiamo parlando di Tokio Gore Police di Yoshihiro Nishimura, efferato e sanguinolento manifesto splatter che dopo le vette gore dello slasher statunitense Hatchet, raggiunge l’estremo degli estremi miscelando in salsa fetish La nuova carne di Cronenberg con le mutazioni made in Carpenter de La cosa, riesumando le esplosioni di sangue e le coreografiche mutilazioni di Raimi, raggiungendo così di fatto le vette di cattivo gusto toccate dal Peter Jackson di Braindead.

Il regista ammiccando alla Detroit di Robocop ci racconta una Tokio divenuta stato di polizia privata e della tormentata Ruka (Eihi Shiina), esperta cacciatrice di Engineer, feroci assassini affetti da un tumore che ne modifica i geni trasformandoli in mostruose e deformi macchine di morte, che guidate/contaminate da un folle, vendicativo ed ambizioso leader intendono affermare il proprio predominio sull’umanità.

Nishimura da esperto di effetti speciali trasforma sangue, interiora e deformità assortite in arte allo stato puro, citando nel contempo i thriller di Dario Argento, il Tetsuo di Tsukamoto e le tele di Salvador Dalì, senza dimenticare elementi tipici di anime e manga che fungono da collante per questo spettacolare, iperviolento e ispiratissimo fumettone splatter che in più di un occasione strappa l’applauso.

Da rivalutare perchè: senza dubbio imperdibile, ma inevitabilmente fruibile dai soli cultori del genere, visti i contenuti estremi sarà impossibile vederne una distribuzione nostrana su grande schermo, ma occhio alle edizioni import già in circolazione e incrociamo le dita per un’eventuale edizione italiana in DVD.