65ma Mostra del Cinema: tutti pazzi per Charlize

Come definirla? Bella, incantevole, splendida ma anche dolce, disponibile, affatto presuntuosa, insomma in una sola parola diva! Charlize Theron, ha calamitato nella giornata appena trascorsa l’attenzione dei media alla Mostra del Cinema di Venezia e della folla che la attesa a lungo e con pazienza ieri sera in occasione della premiere del film in concorso che la vede come protagonista assieme a Kim Basinger assente al Lido, The Burning Plain.

Dopo lo spumeggiante esordio della kermesse cinematografica con due grandi e belli primi della classe, quali sono Brad Pitt e George Clooney, gioia del pubblico femminile, anche quello maschile ha potuto deliziarsi della vista di Charlize Theron, presente nel duplice ruolo di attrice-produttrice esecutiva dopo l’esperienza di Monster. Alla conferenza stampa c’era anche il regista del film Guillermo Arriaga, premio Oscar per la sceneggiatura di Babel, meritevole di menzione per almeno un altro lavoro: 21 grammi, alla sua prima esperienza dietro la macchina da presa.

The Burning Plain è una storia complessa dove 5 storie vissute tra gli Stati Uniti e il Messico si intersecano tra di loro nell’intento manifesto da parte del regista di rappresentare i quattro elementi aria, acqua, terra, fuoco. Obiettivo raggiunto a giudicare dalla reazione del pubblico.


Quanto alle pellicole italiane da segnalare il film fuori concorso, Puccini e la fanciulla di Paolo Benvenuti (privo di dialoghi), che ci porta nel 1908 quando Giacomo Puccini sta componendo La fanciulla del West. Il racconto di un evento drammatico, che segnerà per la vita il maestro: la sfortunata protagonista, la cameriera Doria, accusata ingiustamente d’essere la sua amante la porterà al suicidio, ispirando in Puccini il personaggio di Liù nella Turandot. La proiezione del film è stata accompagnata dalle polemiche: secondo la nipote del maestro sarebbe stato usato impropriamente l’epistolario di Puccini tra lui e la sua vera amante, Giulia Manfredi. Il regista ha tenuto a precisare che il fatto non sussiste.

Domani è un’altro giorno, recita una nota massima e a Venezia l’evento di oggi è: Un giorno perfetto, di Ferzan Ozpetek, tratto dal libro di Melania Mazzucco , interpretato, tra gli altri, da Stefania Sandrelli, Valerio Mastandrea, Monica Guerritore, Valerio Binasco, Nicole Grimaudo e Angela Finocchiaro, la pellicola segna la seconda collaborazione tra il regista italo-turco e Isabella Ferrari, dopo l’esperienza in Saturno Contro, ed è stata accolta da dieci minuti di applausi al termine della proiezione.

Al Lido non mancano per fortuna neanche le iniziative spiritose, anche quest’anno l’incontenibile Gianni Ippoliti ha chiesto al pubblico quale fosse fra quelli proiettati fin’ora il film più brutto, per il momento al primo posto si è piazzato Shirin dell’iraniano Abbas Kiarostami, interpretato tra l’altro da Juliette Binoche: centoquattordici attrici iraniane assistono in una sala cinematografica al poema persiano “Khosrow e Shirin“, scritto nel XII secolo da Nezami Ganjevi.

Un film dove lo spettatore nella fattispecie le donne, diventano protagoniste, il risultato è una pellicola particolarmente noiosa a detta di chi l’ha seguito, aspettate però di di vedere Melancholia del filippino Liav Diaz, il più lungo della rassegna con le sue sette ore e mezza di proiezione e forse vi ricrederete ma di questo e altre particolarità della Mostra del Cinema fra cui i vari scandali, parleremo domani, il giorno di Pupi Avati.